Viggo Mortensen presenta The Dead Don’t Hurt al RFF19: il retroscena sul film e quel particolare su Vicky Krieps
Viggo Mortensen presenta The Dead Don't Hurt al RFF19, raccontando com'è nata l'idea del film e un retroscena su Vicky Krieps.
Viggo Mortensen torna al Festival del Cinema di Roma per presentare il suo secondo film, The Dead Don’t Hurt. L’attore e regista ha parlato della genesi del lungometraggio, di cui si è occupato anche della sceneggiatura, cosa lo ha spinto a realizzarlo, e il perché abbia scelto Vicky Krieps come sua co-protagonista. E come dimenticare una citazione a Il Signore degli Anelli, la saga cinematografica fantasy che lo ha reso famoso in tutto il mondo nel ruolo di Aragorn. The Dead Don’t Hurt è ambientato durante la guerra di secessione americana. L’immigrato danese Holger e la canadese Vivienne si incontrano per caso, si innamorano e vanno a vivere in un ranch ai margini di una piccola località della California. Il conflitto armato li separa, e la donna è costretta a cavarsela da sola in un territorio controllato dal potente proprietario di ranch Alfred Jeffries e da suo figlio Weston.
Viggo Mortensen sulla genesi di The Dead Don’t Hurt: il lockdown e il retroscena sulla madre
L’idea per The Dead Don’t Hurt è arrivata in un periodo particolare perché c’era la pandemia di Covid: “Ho iniziato a concepire l’idea del film non sapendo che sarebbe stato un western nel 2020, durante il lockdown”. ha raccontato Viggo Mortensen. “A quell’epoca ero in Spagna, a Madrid. C’erano le restrizioni, quindi non si poteva uscire se non stando vicino casa tua per fare la spesa o portare a passeggio il cane – le persone lo facevano spesso! La maggior parte del tempo, però, ero chiuso dentro casa. Avevo in mente un sacco di storie, e c’era anche questa. Mia madre aveva tanti libri di avventura o sul medioevo. Lei era una persona curiosa sugli altri, e molto indipendente. L’idea è partita da qui. L’ho immaginata da ragazzina in questa foresta. L’ho ambientata nel diciannovesimo secolo nella Frontiera. Perché il western? Sono cresciuto guardandolo in televisione.”
Questo è il secondo film di Viggo Mortensen, ma l’attore voleva intraprendere la carriera di regista molto prima: “Volevo già dirigere un film quando avevo 16 anni, ma non ho mai trovato che credesse in mente. Finora, almeno. Ero pronto. Stavolta mi sono fidato di più dei miei istinti; ho ascoltato gli altri, sono stato più sicuro di me. A volte devi improvvisare, ma la preparazione da regista è simile a quella di attore.”
“Il Signore degli Anelli mi ha reso iconico? Lascio decidere al pubblico”
Al RFF19, Mortensen riceve il premio alla carriera e ha commentato così: “Se qualcuno presta attenzione a cosa hai fatto è sempre una cosa positiva e piacevole. E’ un riconoscimento importante. Il lavoro è una cosa, e il riconoscimento – pubblico o meno – è separato. E’ incoraggiante, è bello, speciale, inusuale, ma non mi aiuta a migliorarmi. Se faccio un bilancio della mia carriera, tutto è stata un’esperienza in cui ho imparato.”
Tutti hanno conosciuto Viggo Mortensen grazie al ruolo di Aragorn nella trilogia cinematografia de Il Signore degli Anelli. Sicuramente è un personaggio che è entrato nel cuore di moltissimi fan, e l’attore ritiene di aver imparato molto da quell’esperienza. “Mi sono divertita in questo ruolo. Ho imparato molto stando in Nuova Zelanda e guardando queste persone al lavoro. Se sia iconico il mio ruolo? Lascio decidere al pubblico.”
Viggo Mortensen: “Vicky Krieps mi ricorda Meryl Streep da giovane”
Come è stato lavorare con Vicky Krieps? Viggo Mortensen ha elogiato l’attrice lussemburghese, svelando in che modo ha costruito la sua Vivienne: “Per me era importante che questi personaggi fossero in grado di esprimersi molto, specialmente nei momenti di silenzio. Fortunatamente lei ha detto di sì, e sapevo che avrebbe portato qualcosa di speciale. E ha fatto molto più di cosa mi aspettavo. La prima volta che la vidi fu ne Il Filo Nascosto con Daniel Day-Lewis. Quando l’ho vista mi sembrava di vedere Meryl Streep da giovane. C’era qualcosa nel suo carisma e nella sua presenza fisica. Trasmetteva molto nei suoi silenzi.”