Willem Dafoe e le “sue” Povere Creature!: Emma Stone, il sesso, l’amore per l’Italia
Durante la conferenza stampa con il celebre attore americano abbiamo scoperto di più sul suo scienziato frankensteiniano che ha creato la Bella di Emma Stone.
Willem Dafoe, attore di fama mondiale noto per i suoi personaggi tra il bizzarro e lo strano, è pronto a conquistare tutti al cinema con altro personaggio pazzo in Povere Creature! (nei cinema italiani dal 25 gennaio), film del celebre regista greco Yorgos Lanthimos (La Favorita, Il Sacrificio del cervo sacro).
Lo scorso 16 gennaio abbiamo avuto il piacere di partecipare all’incontro tra la stampa italiana e Willem Dafoe al Cinema Barberini di Roma. L’attore ci ha svelato qualche dettaglio sul suo personaggio: lo scienziato pazzo e geniale Godwin “God” Baxter, ma anche i dettagli sulla sua collaborazione con Lanthimos e con la collega Emma Stone, nonché le emozioni riguardo la tanto ambita Stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Willem Dafoe elogia la collega Emma Stone: “Non è una diva, lei è forte, brava, flessibile, di grande talento“
Parlando del suo rapporto con i registi e delle qualità che cerca in loro, qualità che ha trovato anche nel cineasta Yorgos Lanthimos, Willem Dafoe ha detto: “Il rapporto con i registi per me è molto importante, come attore è importante lasciarsi guidare da una persona con una visione concreta e forte, amo l’idea di una regista con una propria visione, che te la sappia spiegare e che poi tu devi seguire, abitare e concretizzare. Questo è un aspetto che mi piace del rapporto tra attore e regista: andare nella direzione, nella visione di qualcuno. E non è qualcosa che devo capire subito. L’atto di andare verso la visione di qualcuno mi da l’energia e l’emozione necessarie per dar vita al personaggio a cui devo prestare il corpo.“
In Povere creature! Willem Dafoe lavora per la prima volta con il regista greco Yorgos Lanthimos, ma anche con Emma Stone, attrice e produttrice della pellicola. Sul rapporto con i due l’attore ha elogiato i colleghi: “Lanthimos crea un mondo e tu entri in quel mondo, e siamo partiti da un testo forte. Lui non è un regista che ti dice cosa fare, ma osserva cosa fai e poi fa aggiustamenti. Lui ha già fatto il necessario per creare il mondo, e tu devi solo abitarlo. Emma invece è veramente fantastica, lei è il centro di tutto in questo progetto e ha uno speciale rapporto con Lanthimos, ormai lei è la sua musa. Noi [il resto del cast] le siamo entrati nel mondo della pellicola e le abbiamo fatto da supporto. [Emma] Non è una diva, lei è forte, brava, flessibile, di grande talento. Per me è stato un set molto felice. Yorgos invece è una persona molto riservata, che parla poco, e spesso dà indicazioni di regia a modo tutto suo: stuzzicandoti e prendendoti in giro.“
Nato in una famiglia di medici (il padre era un chirurgo e la madre un’infermiera) verrebbe spontaneo connettere le sue origini al suo personaggio God Baxter, uno scienziato e medico che sperimenta e che trasforma. Eppure Dafoe dice di non essere stato influenzato dal suo background per questo ruolo: “Non è stato così importante [per creare il personaggio], ma sono comunque cresciuto circondato da strumenti chirurgici, andavo spesso in ospedale con mio padre, e quando ero adolescente facevo il portiere nella clinica di mio padre. Sono stato in mezzo alla medicina, ai laboratori, alla malattia e vicino al curarsi nei miei anni formativi. L’esser stato vicino a medici e scienziati ha però creato un legame con il mio personaggio. Per molti l’idea di andare in ospedale è qualcosa di cattivo o spiacevole, ma a me ricorda i miei genitori e mi porta conforto.“
Willem Dafoe sul suo personaggio in Povere Creature!: “Quello che fa non è ortodosso o etico, ma lui lo vede come qualcosa di generoso“
Parlando del suo personaggio Godwin “God” Baxter, una sorta di scienziato “a la Frankenstein“, un medico, un uomo di scienza che gioca con la vita e la morte, che lavora e crea il suo “mostro”, Bella, ha detto: “Ovviamente la pellicola prende molto dalla storia di Frankestein, ma secondo me c’è una grande differenza: il creatore, il dottor Frankestein prova repulsione per ciò che ha creato, per il suo mostro, mentre il mio personaggio crea la creatura, e in un certo senso se ne innamora. Lei [Victoria, la donna da cui “nasce” Bella] era suicida e lui le ha dato una seconda chance [attraverso Bella]. Una seconda chance che ha dato anche a se stesso. Il mio personaggio crede nella scienza, e secondo lui ciò che fa permette di avere un’altra vita; e anche se quello che fa sembra qualcosa di non ortodosso o etico, lui lo intende comunque come un qualcosa di generoso, entusiasmante e positivo.“
Alla domanda se trovasse delle similitudini tra Gesù Cristo (a cui ha dato il volto nel celebre film di Martin Scorsese, L’ultima tentazione di Cristo, del 1988) e God (tradotto Dio) Baxter, Dafoe ha risposto in modo semplice: “Nessuna davvero. Sono due personaggi che sono condizionati dalle circostanze in cui si trovano e in cui vivono, sono entrambi personaggi compassionevoli, ma le similitudini si fermano qui.”
Sul fatto di aver dovuto passare molto tempo nella fase di trucco, il personaggio è sfigurato e Dafoe indossa numerosi protesi al viso, il celebre attore ha svelato: “L’ho fatto in passato e probabilmente lo farò ancora. Lo ritengo un fantastico strumento per l’attore, è una vera e propria maschera sul viso. Mi dicono che, la nostra make-up designer Nadia Stacey si sia ispirata a Francis Bacon. Mentre sei davanti allo specchio, spesso anche più di tre ore, tu scompari ed emerge qualcun altro. In quei momenti puoi pensare, riflettere, sentire altri sentimenti e altri modi di essere, è il nucleo della finzione, dell’essere un’altra persona. Uno strumento meraviglioso. Comodo? No. Ma ne vale la pena, assolutamente“.
Alla domanda se pensasse che nella realtà e nel film gli uomini siano ormai sopraffatti dalle donne, e se ci sia una salvezza per il sesso maschile ha detto: “Non credo di avere una risposta per la salvezza degli uomini. Non so, è abbastanza che io provi a salvare me stesso. Ascoltate, e abbiate senso dell’umorismo. Nel film sono presenti molti uomini oppressivi, e guardandolo sono sicuro che alcuni uomini, guardando il film, ci si rivedranno in questi personaggi. Come abbiamo visto nel film le donne hanno una maggior resistenza durante il rapporto sessuale, e forse è per questo che gli uomini hanno tenuto sottomesse le donne così a lungo. Siamo in un’era in cui c’è un cambio di posizione nel rapporto tra uomini e donne, e le relazione vengono riconsiderate. E non sono certo che 20 anni fa questo film sarebbe stato apprezzato allo stesso modo che oggigiorno. Voglio aggiungere che nel film vi è un chiaro e attivo atto di auto-liberazione del personaggio di Bella, e il tutto è attraverso i suoi occhi, gli occhi di una donna.”
Willem Dafoe sulla sua Stella sulla Hollywood Walk of Fame: “difficile accettare che questa stella sul marciapiede mi sopravvivrà“
Per quanto riguarda lo stato dell’industria cinematografica e la grande presenza preponderante delle piattaforme streaming, anche nella produzione, e se questo incida sulla presenza di cinema d’autore nel panorama cinematografico Dafoe si è espresso così: “Non saprei rispondere. Non sono un’autorità in materia, opero in questo settore da tanto tempo ma conosco le cose solo dal mio punto di vista. Questo anno abbiamo visto tanti film di qualità, alcuni finanziati da siti streaming, c’è anche questo da parte loro. Ma sono sempre stato un grade sostenitore dei film nelle sale cinematografiche, e non è per la dimensione dello schermo, ma per il fatto che una persona scelga di uscire di casa, andare in un luogo neutrale per vedere un film assieme a degli estranei e per avere un’esperienza comune. Lo trovo bellissimo.“
Parlando di uno dei suoi grandi traguardi, la Stella sulla Walk of Fame a Los Angeles, Dafoe ha espresso la sua felicità e anche malinconia: “è stata una bella cerimonia, si sono presentati molti amici, registi con cui ho lavorato, e anche Pedro Pascal e Patricia Arquette. Hanno tenuto discorsi bellissimi. Mi sono sentito parte di una comunità, e non mi succede spesso. Quando lavori in questo campo, e fai un lavoro eterogeneo, in cui partecipi a piccoli e grandi film, a film nazionali ma anche internazionali, non si ha spesso la sensazione di appartenere ad una comunità specifica, non mi sento sempre parte di una comunità. La stella è un riconoscimento universale e speciale. L’unica cosa a cui non riesco di pensare è il fatto che sia difficile accettare che questa stella sul marciapiede mi sopravvivrà.“
Sulla sua lunga carriera e sui suoi ruoli Willem Dafoe dice di non ricercare la prossima sfida, o il prossimo ruolo che abbia tematiche o argomenti specifici. “Non ragiono in questo modo, i progetti per me sono sempre legati a persone, posti, cose da fare, alle proposte che mi vengono messe davanti. Certamente ho dei desideri, ma in un certo senso si completano sempre da sé, svaniscono nel momento in cui trovo qualcosa che mi colpisce. Sento che lavoro al meglio quando mi trovo con le persone, in determinate situazioni, e poi creiamo qualcosa, per me sta nel processo di creazione, di ricerca del personaggio, del fare le esperienze. Questo è il cuore di quello che faccio. Non parto mai dall’idea di voler fare una cosa in specifico perché altrimenti è un’idea già formata, e dopo cerchi di raggiungere quell’obiettivo per narcisismo.“
Dafoe, che dal 2005 è sposato con la regista italiana Giada Colagrande, ha fatto sapere di essere molto felice di abitare in Italia, ma che allo stesso tempo non capisce perché i giornalisti li chiedano sempre cosa ne pensi del nostro paese. “La fareste [questa domanda] ad un italiano? No. Ma io sono italiano. Sono qui, sono felice di essere qui, amo essere e vivere in Italia. Penso che sia sufficiente. Sono stato abbastanza a lungo qui che è sempre strano quando i giornalisti mi chiedono ancora cose del genere, sulle cose che mi piacciono o non piacciono dell’Italia“.