80 anni di Jack Nicholson: curiosità e retroscena dei suoi film più memorabili
In occasione dei suoi 80 anni, ripercorriamo la carriera di Jack Nicholson attraverso le curiosità sul set di alcuni suoi memorabili film.
Il 22 aprile 2017, Hollywood e l’intera industria cinematografica festeggiano gli 80 anni di una delle stelle più luminose del firmamento della settima arte, ovvero Jack Nicholson. Nel corso di 60 anni di carriera, Nicholson ha regalato alcune delle più grandi interpretazioni della storia del cinema, aiutando a rompere il velo di ipocrisia della società in pellicole epocali e distinguendosi sempre per la sua versatilità e per la sua genialità.
Jack Nicholson non si è distinto soltanto come uno degli attori più celebrati e premiati della storia del cinema (suo il record di nomination all’Oscar per un interprete maschile, ben 12), ma anche come persona controcorrente, anticonformista e capace di tenere fede ai propri valori e ai propri ideali, sfidando spesso l’intera industria cinematografica senza mai vedere intaccata la propria fama e la propria sconfinata popolarità.
Noi di Cinematographe abbiamo selezionato per voi le più interessanti curiosità della carriera e della filmografia di Jack Nicholson, che aiutano a comprendere meglio la statura umana e la caratura artistica di questo straordinario interprete.
Easy Rider (Dennis Hopper, 1969)
In un 1969 di contestazioni e rivoluzioni, il road movie per eccellenza Easy Rider rompe con la tradizione e con il perbenismo dell’epoca, portando in scena la struggente storia di due centauri hippie, che a cavallo delle loro motociclette attraversano non soltanto il territorio degli Stati Uniti, ma idealmente anche la cultura e l’intera società americana, in un appassionante inno alla vita e alla libertà e un amaro racconto della fine del sogno americano. Jack Nicholson è in scena solo per 17 esaltanti minuti, che gli bastano però per portare a casa la sua prima nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista.
Insieme ai colleghi Peter Fonda e Dennis Hopper, il nostro ha fumato vera marijuana davanti alla camera, distinguendosi per alcuni dialoghi intensi ed emozionanti, come la celeberrima battuta
Ti parlano, e ti parlano, e ti riparlano di questa famosa libertà individuale, ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura
che riassume lo spirito e il significato dell’intera pellicola.
Chinatown (Roman Polanski, 1974)
Il 1974 è l’anno in cui Jack Nicholson lascia la sua indelebile firma nel genere noir con il capolavoro di Roman Polanski Chinatown, vero e proprio omaggio ai romanzi hard boiled di Raymond Chandler e allo stesso tempo film di denuncia verso la corruzione e la violenza dilagante a ogni livello della società americana. Nei panni del detective Jake Gittes, il nostro si confronta con i lati più oscuri del capitalismo e di un sistema che alimenta e perpetua il proprio stesso marciume, scontrandosi con l’omertà e la connivenza delle più alte cariche politiche e istituzionali.
Nel corso del film, realtà e fantasia si incrociano in maniera curiosa e imbarazzante per Jack Nicholson: in una scena, la leggenda di Hollywood John Huston chiede conferma a Gittes del fatto che egli stia andando a letto con sua figlia. Nella realtà, Nicholson all’epoca stava frequentando la figlia di Huston Anjelica, che nel giorno della ripresa della scena incriminata era anche presente sul set.
Qualcuno volò sul nido del cuculo (Miloš Forman, 1975)
Impossibile non citare fra le più importanti pellicole di Jack Nicholson la pietra miliare di Miloš Forman Qualcuno volò sul nido del cuculo, grazie alla quale il nostro ha conquistato il suo primo meritatissimo Oscar come migliore attore protagonista. In questa entusiasmante e commovente pellicola, Nicholson supera se stesso nei panni del ribelle teppista Randle Patrick McMurphy, che, in un crescendo di emozioni e intensità, incarna non solo la lotta contro le pratiche più barbare e crudeli subite dai malati mentali da parte di quel sistema sanitario che in realtà dovrebbe aiutarli a guarire, ma metaforicamente anche la battaglia contro l’oppressione e la limitazione della libertà individuale da parte di un sistema rigido e ottuso.
La strepitosa performance di Jack Nicholson deriva anche dalla sua totale immedesimazione nel personaggio, che lo ha portato a dare un notevole aiuto allo sviluppo del film con l’improvvisazione di gran parte delle sue scene, come quella dello spassoso arrivo di McMurphy nell’ospedale psichiatrico. Nicholson ha inoltre dimostrato notevole lungimiranza e grande fiuto per gli affari accettando un compenso basso a fronte di una parte dei profitti del film, che furono più alti delle più rosee aspettative della produzione.
Shining (Stanley Kubrick, 1980)
Il 1980 vede la collaborazione di Jack Nicholson con uno dei più grandi registi di sempre (Stanley Kubrick) su un soggetto di uno degli scrittori più amati degli ultimi decenni, ovvero Stephen King. A quasi 40 anni dall’uscita, Shining continua a terrorizzare intere generazioni di cinefili, mettendo lo spettatore davanti a una folle e distruttiva discesa agli inferi di un padre di famiglia e alla deflagrazione della sua psiche in atroci atti di violenza verso i suoi cari.
L’esperienza sul set, complice anche il proverbiale e maniacale perfezionismo di Stanley Kubrick, è stata tutt’altro che semplice per Jack Nicholson: l’attore ha dovuto sottoporsi a estenuanti ore di prove delle luci (che solitamente vengono fatte con figuranti) ed è stato costretto a cibarsi per due settimane soltanto con sandwich al formaggio, che lui detesta, per entrare nello stato d’animo agitato e rabbioso del suo personaggio. Sacrifici che, alla luce del risultato finale, hanno certamente pagato.
Voglia di tenerezza (James L. Brooks, 1983)
Il secondo Oscar per Jack Nicholson, come migliore attore non protagonista, arriva nel 1983, grazie alla sua performance in Voglia di tenerezza di James L. Brooks. La presenza del nostro e la storia d’amore di cui si rende protagonista insieme a Shirley MacLaine (anch’essa premiata con l’Oscar per la sua prova nel film) contribuiscono a sdrammatizzare una storia dalle tinte a tratti fortemente cupe e tragiche.
La parte di Garrett Breedlove non è presente nell’omonimo libro da cui è tratta la pellicola, ed era stata inizialmente pensata per Burt Reynolds. Quando il ruolo è stato affidato a Jack Nicholson, a quest’ultimo è stata concessa una notevole libertà nel caratterizzare il personaggio e lui l’ha sfruttata per cucirsi su misura addosso il personaggio. Per certi aspetti del suo personaggio, come la passione per le donne e per gli eccessi, Nicholson in Voglia di tenerezza ha letteralmente recitato il ruolo di se stesso. L’attore ha inoltre contribuito ad alzare il morale sul set della troupe e del cast con diversi scherzi, presentandosi anche diverse volte in scena completamente nudo.
Batman (Tim Burton, 1989)
In un’epoca in cui i cinecomic erano una rarità, Jack Nicholson ha saputo mettersi in gioco in un ruolo iconico e difficile come quello del Joker in Batman di Tim Burton, centrando l’ennesima memorabile prova della sua carriera e diventando il volto più celebre della nemesi del guardiano di Gotham, almeno fino all’altra sublime performance nel medesimo ruolo da parte di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro.
Non tutti sanno che Jack Nicholson prima di accettare la parte ebbe diversi tentennamenti, portando la Warner Bros a offrire la parte a Robin Williams, che invece accettò di buon grado. La casa di produzione mise al corrente Nicholson di avere un’ottima alternativa, spronandolo ad accettare finalmente il ruolo e provocando di conseguenza una rabbiosa reazione da parte di Williams, che declinò la parte de L’enigmista in Batman Forever e rifiutò di lavorare con la Warner fino alle loro scuse ufficiali. Jack Nicholson fu poi talmente soddisfatto del proprio lavoro nel film da rivederlo almeno una volta a settimana per molto tempo; tutt’ora considera la sua performance in Batman una delle migliori della sua intera carriera.
Codice d’onore (Rob Reiner, 1992)
Arriviamo al 1992, anno in cui con Codice d’onore Jack Nicholson consegna alla storia del cinema la leggendaria interpretazione del Colonnello Nathan R. Jessep, sospettato da parte del giovane e rampante avvocato della marina Daniel Kaffee (Tom Cruise) di essere il mandante di un Codice Rosso che ha portato alla morte del marine William Santiago. Il nostro venne pagato 5 milioni di dollari per 10 giorni di lavoro e 4 scene totali. Soldi spesi benissimo, perché Jack Nicholson illumina la scena in ogni sua apparizione, dipingendo, da pacifista convinto nella vita reale, uno dei più cinici, spietati e inquietanti ritratti di militare mai apparsi su schermo ed elevando di conseguenza il livello di tutto il film.
Per la strepitosa sequenza finale in tribunale, il regista Rob Reiner, prima di effettuare la ripresa del discorso finale di Jessep finita nel film, ha fatto recitare ripetutamente a Jack Nicholson la sua parte senza riprenderlo, in modo da soffermarsi sulle reazioni degli altri personaggi da diversi punti di vista. Visto il risultato finale, non abbiamo dubbi che queste prove siano state tanto inquietanti e convincenti quanto la straordinaria versione che possiamo ammirare nel film.
Qualcosa è cambiato (James L. Brooks, 1997)
Nell’anno in cui Titanic ottiene una pioggia di premi durante la notte degli Oscar, le due più importanti statuette dedicate agli attori finiscono nella mani di Jack Nicholson ed Helen Hunt, protagonisti di una dolce e ironica storia d’amore in Qualcosa è cambiato. Il nostro interpreta Melvin Udall, scrittore di romanzi rosa per mestiere ma solitario, irascibile, razzista e omofobo nella vita reale. Un personaggio detestabile e disprezzabile, che fece temere a Jack Nicholson un cattivo riscontro dal pubblico. Previsione errata, perché il film conquistò più di 300 milioni di dollari in tutto il mondo e l’apprezzamento generale da parte di pubblico e critica per l’appassionante parabola narrativa di Melvin nel corso del film.
Durante la consegna dell’Oscar (il suo terzo personale) Jack Nicholson si avviò verso il palco imitando i caratteristici passettini del suo personaggio nel film, e dedicò poi il premio al suo collega in Codice d’onore J.T. Walsh, prematuramente scomparso poco prima della cerimonia.
The Departed – Il bene e il male (Martin Scorsese, 2006)
Le carriere di due mostri sacri del cinema come Jack Nicholson e Martin Scorsese non potevano concludersi con nessun film in comune. L’occasione arriva con The Departed – Il bene e il male, che dopo qualche anno procura al nostro un nuovo ruolo da cattivo, quello del feroce boss malavitoso Frank Costello. Pur essendo un membro di un cast di stelle comprendente anche Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Mark Wahlberg e Martin Sheen, a Jack Nicholson venne concessa un’ampia libertà creativa sul suo personaggio, che lo portò a diverse improvvisazioni sul set.
La scena clou in cui Frank Costello si confronta con il Billy Costigan di Leonardo DiCaprio fu improvvisata e fortemente inasprita proprio da Nicholson, che vedeva il suo collega più giovane meno spaventato di quanto secondo lui necessario. L’inquietudine trasmessa dall’attore più giovane nella sequenza è quindi in larga parte reale, e lo stesso DiCaprio ha definito questo momento fra i due come uno dei momenti più memorabili della sua vita.
I grandi rifiuti di Jack Nicholson
Oltre che per il suo innato talento e la sua formidabile espressività, Jack Nicholson è celebre anche per l’estrema selettività nella scelta dei ruoli da interpretare. Nel corso degli anni, il nostro ha rifiutato una parte in alcune acclamate pellicole come La stangata, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Gli intrighi del potere – Nixon, Three Kings e Colpo vincente. Il ruolo più conosciuto scartato da Nicholson è però quello di Michael Corleone ne Il padrino, entrato poi nella storia della settima arte grazie a uno strepitoso Al Pacino. Dopo tanti rifiuti, Jack Nicholson ha però detto un grande e importante sì; sarà infatti protagonista del remake americano di Vi presento Toni Erdmann, che vedrà il suo ritorno sulla scena dopo 7 anni di assenza. Una nuova, insperata e imperdibile occasione per apprezzare il genio e il carisma di uno dei più grandi interpreti di sempre.