Juliette Binoche a Venezia 76 per Le verità: “Per me è una consacrazione”
Le verità, il film di Kore-Eda Hirokazu con Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ludivine Sagnier, Manon Clavel e Clémentine Grenier, ha avuto l'onore e l'onere di aprire Venezia 76.
Nel corso della prima giornata della 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, poco dopo la proiezione riservata alla stampa si è tenuta la conferenza di presentazione de Le verità, film che ha aperto quest’edizione del Festival (qui la nostra recensione). Sono intervenuti il regista giapponese Kore-Eda Hirokazu e le protagoniste Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ludivine Sagnier, Manon Clavel e Clémentine Grenier.
Ad aprire la conferenza stampa è stato proprio il cineasta nipponico, che si è così espresso sulla genesi de Le verità:
Innanzitutto, devo dire che essere qui con questo cast con il film d’apertura è per me motivo di grande gratitudine. All’inizio si trattava di una storia che aveva come ambientazione solo un camerino, poi si è mossa la produzione del film, grazie alla proposta che mi ha fatto la Binoche di lavorare insieme. Non si sapeva se avremmo girato in Giappone o in altri paesi, era tutto ancora un po’ vago. Poi ho pensato che sarebbe stato interessante girarlo in Francia, ma mi servivano protagoniste che rappresentassero la storia del cinema francese. Da quel momento ho cambiato la sceneggiatura in modo evidente, virando più su un rapporto fra madre e figlia. La sceneggiatura l’ho cambiata spesso, grazie ai meeting che ho fatto con le due protagoniste. Così ho creato anche un rapporto di fiducia fra noi, che è stato condensato in Le verità.
Hanno poi preso la parola le due protagoniste di Le verità Catherine Deneuve e Juliette Binoche, per un’analisi del loro apporto alla sceneggiatura:
Io credo che che gli incontri di cui ha parlato Kore-Eda, divisi fra Parigi, Cannes e il Giappone, abbiano dato il loro frutto, ha sentenziato la Deneuve. C’è molto di me stessa nel film, come in tutti i personaggi che interpreto. Se questo non avvenisse, il rapporto sarebbe molto più difficile. La Binoche si è invece espressa in questi termini: Girare con Kore-Eda era un sogno per me da più di 10 anni. Essere con lui è la realizzazione di tutti i miei sogni come attrice, anche perché ho potuto recitare insieme a Catherine, che è il simbolo della femminilità. Per me è stata una vera consacrazione.
Ha poi ripreso la parola Kore-Eda Hirokazu, che ha così descritto la famiglia disfunzionale su cui verte Le verità:
C’è l’elemento family drama, ma è un rapporto fra madre e figlia che non arriva mai fino alla risposta. Le due finiscono per andare avanti, accettando l’esistenza dell’altra. Ci sono anche dei legami che loro hanno al di là dei loro rapporto di sangue. Si crea una sorta di magia, ma anche di bugia. La famiglia si evolve, si muove, ed era proprio questo il film che volevo girare.
A seguire è stato il turno di Ludivine Sagnier e Manon Clavel, che hanno raccontato il loro approccio a Le verità:
Per me è stato un regalo lavorare con Kore-Eda, ha detto la Sagnier, ed ero basita e stupita per il fatto che avesse pensato a me come attrice. Sono stata molto felice di interpretare questo ruolo, perché lui cercava l’autenticità. Il mio personaggio appare leggero, quasi superficiale, ma per me la commedia è estremamente importante. Così invece la Clavel: È stata una bella e intensa avventura. Prima di questo film avevo poca esperienza, ho dovuto lavorare molto su questo personaggio. Mentre si girava avevamo un dialogo costante, anche con le colleghe, che mi sono state molto vicine. Era molto divertente cominciare da me per spingere le azioni e le nevrosi degli altri personaggi.
Successivamente, hanno preso nuovamente la parola la Deneuve e la Binoche per parlare della loro esperienza durante le riprese de Le verità:
L’esperienza è stata originale e allo stesso tempo complessa, ha detto la Deneuve, i personaggi erano difficili, serviva tanto tempo per imparare e una traduttrice per parlare con Kore-Eda. Quando si fanno domande di solito si chiede l’essenziale, ma sul nostro viso si vedono le espressioni, e io dovevo cercare di far capire a Kore-Eda i miei dubbi. È stato faticoso ma anche molto emozionante, nonostante le difficoltà di linguaggio.
Così invece la Binoche: Generalmente ho la fama di preparare molto i miei film, ma Kore-Eda non voleva, per cui ho ubbidito. Ho scoperto che lui si divertiva insieme a me, anche se non capivo come mai gesticolasse così tanto per farmi capire cosa voleva. Nella scena della cena, quando provoco Catherine, c’è il momento chiave in cui attacco mia madre. Per me non è una commedia, perché è una donna profondamente ferita dalle bugie della madre. Da quel momento lì ho cominciato a capire e ho cominciato a penetrare quella zona del personaggio che il regista mi chiedeva, e lui ha smesso di gesticolare troppo.
In chiusura, una battuta di Kore-Eda Hirokazu e della piccola Clémentine Grenier sull’ottima prova di questa attrice in erba:
Durante le audizioni ci siamo incontrati con Clémentine Grenier, che aveva un approccio molto libero, ha detto Kore-Eda. La sua presenza ha portato un buon vento. Ha fatto parte a tutti gli effetti del cast e io sono molto soddisfatto di lei. Così invece la Grenier: Quando ho girato nel film non capivo tutto quello che mi diceva. Poi però ho cominciato a capire le indicazioni, e piano piano sono diventata più brava e più forte.