Le Grida del Silenzio: il cinema indie di Sasha Alessandra Carlesi e i suoi fantasmi del reale
Un film indipendente e un racconto che vira sul paranormale, Le Grida del Silenzio arriva faticosamente al cinema dopo due anni di lavorazione. La parola alla regista e al cast!
Un film che attinge dalla realtà per dilagare tra i fantasmi interiori del genere umano, così la regista e il cast presentano Le Grida del Silenzio
Sarà nelle sale dal 10 maggio grazie a Ipnotica produzioni Le Grida del Silenzio, il primo film diretto dalla giovane e promettente Sasha Alessandra Carlesi, che con molta emozione ha presentato il lungometraggio – in uscita in 30 sale – insieme ai produttori e al cast, composto perlopiù da giovani talenti come Alice Bellagamba, Luca Avallone, Luca Molinari, Manuela Zero, Roberto Calabrese, Martina Carletti, Lucia Batassa.
La Carlesi, che ha all’attivo una carriera da attrice e sceneggiatrice, ha esordito dicendo che per lei “la cosa più importante è lasciare delle emozioni”, le stesse che lei prova mentre scrive o dirige gli attori sul set. Uno sviluppo, quello de Le Grida del Silenzio, durato ben due anni e che non si è fatto mancare tutte le difficoltà che purtroppo ancora intralciano la strada ai cineasti indipendenti, costretti a lavorare con budget irrisori e a contare su produttori che cercano di darsi da fare in tutti i modi pur di finanziare i loro progetti. E per fortuna Sasha Alessandra ha trovato dalla sua Giuseppe Milazzo Andreani (che nel film ha anche una piccola parte) il quale ha giustamente dichiarato: “Non è facile investire nelle opere prime perché il MiBACT non aiuta, quindi siamo noi a dover trovare i soldi. […] Abbiamo avuto problemi di budget”.
Nonostante ciò Le Grida del Silenzio ha investito su quello che potremmo definire materiale umano, ovvero sul talento artistico di giovani interpreti che la regista è riuscita a plasmare a suo piacimento, creando personaggi reali e credibili; maschere frangibili come quella indossata da Daniel (Roberto Calabresi). L’attore interpreta infatti uno dei personaggi più esuberanti del film, ma dietro quel suo carattere nasconde in effetti una serie di debolezze. Calabresi ha raccontato che, leggendo la sceneggiatura, si è subito odiato!
A onor di ciò Sasha Alessandra Carlesi ha detto: “Volevo personaggi veri, umani, reali, che rispecchiassero tutte le facce dell’essere umano e molto probabilmente anche qualche aspetto di me. Abbiamo lavorato tantissimo sul background. La mia frustrazione è stata quella di non poter mettere sul piatto tutto ciò che sono”.
A seguire tutto l’iter de Le Grida del Silenzio è stato senza dubbio Luca Avallone, il quale ha sostenuto la regista anche in occasione dei due corti da lei realizzati. L’attore ha detto giocosamente di essere stato massacrato dalla Carlesi durante la preparazione del lungometraggio e di essere stato scelto per primo, addirittura per ricoprire un altro ruolo.
Ana Cruz, qui al suo primo film, ha detto che il suo personaggio l’ha messa un po’ in imbarazzo, viste le scene sensuali, che hanno rappresentato di certo le parti più difficili da girare. Non può dire lo stesso invece Martina Carletti, dal momento che la sua Alice è una persona molto più romantica e di certo mano verbale. Come ha detto lei stessa in conferenza stampa, in questo caso “è l’anima che parla”.
Infine Manuela e Alice, che in Le Grida del Silenzio interpretano una coppia omosessuale, hanno rispettivamente raccontato che l’incontro con la regista è stato molto divertente. Manuela Zero ha infatti dichiarato di essere stata scelta, inaspettatamente, per un ruolo più femminile; “C’è anche da dire che nel cinema solitamente si cerca di fare ciò che sembri invece Sasha Alessandra ci ha invertite”, ha raccontato, aggiungendo dettagli in merito al rapporto creato con Alice, che doveva essere tenero e non ostentato.
Dal canto suo Alice Bellagamba ha detto: “interpretare una ragazza omosessuale è stato difficilissimo. Mi sono presentata al provino molto femminile perché Desy me la immaginavo così. Abbiamo lavorato tanto facendo anche delle prove a Villa Pamphilj con lettura copione e presentazione dei personaggi. È un modo di lavorare molto americano ed è bellissimo perché non ti trovi catapultata sul set”.
La regista ha concluso parlando del suo amore per i film di genere, nato con la visione, da bambina, di film come The Others e Il Sesto Senso, che costringono lo spettatore ad attraversare tutto il film al fine di capirne il significato.