Mission: Impossible – tutti i film della saga dal peggiore al migliore
La classifica, dal peggiore al migliore, dei film che compongono la saga di Mission: Impossible
Mission: Impossible è uno dei franchise cinematografici del settore action di maggiore successo, capace di incassare oltre 3 miliardi e mezzo di dollari. La serie – composta da sei film lungo un arco temporale di 22 anni – vede come fulcro e protagonista assoluto Tom Cruise. L’attore, in grado di sorprendere e rinnovarsi di capitolo in capitolo, ha per primo creduto e portato avanti il riadattamento del serial televisiva anni ’60 Missione Impossibile, insistendo caparbiamente nei confronti degli studios, inizialmente titubanti, e ha vinto con ogni evidenza una scommessa cinematografica che ha fatto storia. L’attore infatti è anche tra i produttori di tutti i film della saga, ne è stato il perno e notevole parte della sua grande popolarità è dovuta al grandissimo riscontro che Mission: Impossible ha avuto e continua ad avere.
I sei film sono legati da un filo comune connesso alla figura dell’agente speciale Ethan Hunt, il quale si ritrova coinvolto in differenti missioni e fughe mozzafiato, legate a trame articolate e pericoli mortali che lo portano a compiere azioni funamboliche – dove Cruise recita in prima persona ogni stunt – e di grande suspense, con alcune peculiarità ricorrenti ma non stantie. La forza del format sta infatti nell’essere riuscito ad evitare eccessi di ripetitività e nel sapersi rinnovare di volta in volta, trovando nuovi elementi di freschezza e un’energia frizzante, con diverse prospettive narrative e un’evoluzione presente in ogni film.
Già sono stati annunciati ulteriori due sequel della serie, che dovrebbero vedere la luce nel 2021 e nel 2022. Andiamo dunque a vedere la classifica dei sei capitoli che compongono sinora la saga di Mission: Impossible, dal peggiore al migliore.
Mission: Impossible II (2000)
Il sequel del grande successo d’esordio del 1996, uscito quattro anni dopo, è sicuramente il film meno riuscito della serie e quello dove complessivamente le cose non funzionano pienamente. Si tratta di un seguito abbastanza canonico, che va a riprendere gli elementi di forza del primo film ingigantendoli e spettacolarizzandoli ulteriormente, facendolo però in maniera un po’ forzata e a discapito del pathos complessivo. Diretto da John Woo, il quale non riesce a dare alla trama un’impronta innovativa, fa troppo perno sull’escamotage delle maschere, quasi ad utilizzarlo per giustificare situazioni impossibili. In questo capitolo Ethan Hunt, affiancato dall’informatico Luther Stickell, è alle prese con il furto di un virus che potenzialmente può distruggere l’umanità, rubato da un suo ex collega diventato ora un pericoloso nemico. Il film è stato un grande successo al botteghino, divenendo il maggior incasso dell’anno, ma non è poi di fatto entrato nel cuore né dei fan né dei critici, risultando il capitolo meno memorabile della saga. Un discreto film d’azione, dove però mancano elementi memorabili e incisivi.
Mission: Impossible III (2006)
J.J. Abrams ancor prima di rilanciare Star Trek e Star Wars si è ritrovato al timone del terzo capitolo della saga di Mission: Impossible, con il compito di dare nuova linfa ad un prodotto che nel precedente film aveva colpito al botteghino ma che rischiava di restare al palo per quanto riguarda la sostanza narrativa. Il film vede Hunt in questo caso alle prese con la minaccia di un terrorista internazionale che cerca di impossessarsi di una pericolosa arma chimica e minaccia la nuova fidanzata dell’agente speciale. J.J. Abrams dà a questo episodio della serie un’impronta televisiva, dove vengono mescolati azione e sentimenti con un buon ritmo e regge il suo lavoro su due elementi principali: un approfondimento maggiore sul lato personale del protagonista e un antagonista particolarmente azzeccato. Mission: Impossible III non è il film più riuscito del franchise, perché manca dell’innovazione che troviamo in altri capitoli, ma è quello col cattivo più affascinante, interpretato da un grande Philip Seymour Hoffman, capace di trasmettere perfettamente il sadismo e la cinica meschinità del suo personaggio.
Mission: Impossible – Rogue Nation (2015)
In questo capitolo, in cui il timone viene preso dal regista e sceneggiatore Christopher McQuarrie, l’agente Hunt assieme alla sua squadra si ritrova a fronteggiare la minaccia più pericolosa con cui hanno avuto a che fare: la potente organizzazione internazionale terroristica chiamata Il Sindacato, intenzionata ad instaurare un nuovo ordine mondiale e a sferrare vari attacchi in tutto il mondo. Questo film della serie emerge per la solidità nei collegamenti tra i vari personaggi, il grande lavoro di squadra che bilancia l’azione solitaria dell’agente interpretato da Tom Cruise e la capacità di catalizzare l’attenzione in maniera continuativa. Rogue Nation ha poi dalla sua una riuscita vena comica, grazie soprattutto al personaggio di Simon Pegg, ma soprattutto presenta il migliore co-protagonista della serie: la Ilsa Faust di Rebecca Ferguson si erge al livello dell’Ethan Hunt di Cruise e lo affianca con grande carisma, spessore psicologico e notevole capacità d’azione. Memorabile l’adrenalinica sequenza d’apertura con Tom Cruise appeso (realmente) ad un aereo in decollo.
Mission: Impossible – Protocollo Fantasma (2011)
Il regista d’animazione Brad Bird (Gli Incredibili) viene chiamato a dirigere il film che avrebbe dovuto rilanciare la saga dopo la trilogia iniziale, e ce la fa brillantemente. La fantasia e l’immaginazione artistica di Bird vengono messi al servizio dell’azione, portando ad alcune delle scene di maggiore impatto visivo del franchise, con momenti di pura adrenalina e sequenza mozzafiato ambientate in location accattivanti. Simbolo di Protocollo Fantasma è l’incredibile scena in cui Tom Cruise scala il Bur Khalifa (sempre realmente) tenendo tutti col fiato sospeso. Il film è estremamente divertente, fluido, dinamico ed energico, intrattiene con grande consapevolezza, senza mai strafare e avvicina Mission: Impossible agli standard di James Bond. L’impianto della trama può sembrare abbastanza canonico, con l’agente speciale protagonista lanciato sulle tracce di un terrorista russo che vuole impossessarsi dei codici dei missili nucleari, ma è trattato con grande freschezza e dinamismo, attraverso scelte stilistiche eleganti e raffinate, riuscendo inoltre a inserire ottimamente lati emozionali all’interno dell’azione. Unica debolezza: l’antagonista interpretato da Michael Nyqvist non resta scolpito nella memoria.
Mission: Impossible – Fallout (2018)
Difficilmente in una classifica si trova così in alto l’ultimo prodotto in ordine cronologico della serie, eppure Fallout riesce a rinnovare ulteriormente il format di Mission: Impossible e a risultare uno dei punti più alti toccati dalla saga. Ethan Hunt è alle prese con i resti del Sindacato, ora rinominati Gli Apostoli, e il rischio di un attacco nucleare. La saga si adegua benissimo allo scorrere del tempo e aumenta qui il lato umano del protagonista, inserendo un certo fatalismo e una modellazione delle caratteristiche dell’agente interpretato da Tom Cruise all’età che avanza, dosando sapientemente le sue forze e le sue debolezze. Fallout è grande intrattenimento, costruito con eleganza ed equilibrio formale, gestendo una trama molto complessa che si riannoda ottimamente nel finale, assestando bene i colpi di scena ma anche le introspezioni umane. È probabilmente il capitolo più maturo e solido della serie, dove tutta la vicenda e tutta l’azione vengono costruite con grande intelligenza, trasmettendo – 22 anni dopo – una sorprendente freschezza e una convincente genuinità.
Mission: Impossible (1996)
Può sembrare una scelta scontata ma il fascino dell’originale resta immutato e rimane il capitolo migliore della saga. Il film da cui poi sono derivate tutte le successive ispirazioni ed innovazioni, nonché la scommessa vinta da Tom Cruise in primis ma anche dal regista Brian De Palma, che – tanto quanto aveva fatto con Scarface – riesce, attraverso un lavoro maniacale, a costruire un remake di un prodotto precedente che lo supera e prende una propria direzione e una propria anima. Azione, thriller, giallo si mescolano nel definire un film che rimane nell’immaginario collettivo e continua a coinvolgere ed appassionare con grande fascino. Sicuramente scalfito in parte dal segno del tempo, mantiene però un’anima suggestiva e intrigante. Con una colonna sonora iconica e un cast più che mai azzeccato, Mission: Impossible ha ridefinito i canoni dell’action, costruendo una trama intricata al punto giusto, tesa , dinamica e ricca di colpi di scena, condita da momenti cult e situazioni che han fatto scuola.