Morgan Freeman: 6 lezioni di vita che abbiamo imparato dai suoi film
Morgan Freeman (meglio noto come Dio per via del film con Jim Carrey!) compie oggi 80 anni. Nel corso della sua carriera l'abbiamo visto interpretare personaggi memorabili, attraverso i quali abbiamo estrapolato alcune lezioni di vita!
Morgan Freeman è uno degli attori più amati del panorama cinematografico. Un uomo dalle mille sfaccettature che, attraverso le sue interpretazioni, è riuscito a entrare nel cuore della gente, lasciando insegnamenti di vita semplici quanto fondamentali. Sono molti i film che adornano la sua carriera, molti lo vedono in ruoli secondari, eppure dai quei ruoli Freeman riesce a far trasudare il meglio di certe pellicole.
In occasione dei suoi 80 anni vogliamo dunque fare una full immersion nei suoi film, portando a galla degli insegnamenti che, a nostro parere, sono validi sempre e per tutti!
Million Dollar Baby
Nel film di Clint Eastwood con Hilary Swank Morgan Freeman interpreta Eddie Scrap-Iron Dupris facendo anche da voce narrante a una pellicola che con passione, tenacia e sofferenza ci mostra quanto sia dura affermarsi in un mondo che ti vomita addosso tutto il veleno possibile. Non contrariamente ad altri film, come il famigerato Rocky, anche Million Dollar Baby usa lo scudo della boxe per spargere lungo la visione un vero e proprio insegnamento di vita. Sarebbero tante le frasi da appuntare, ma quella che ci sembra più rappresentativa è la seguente. Il motivo? Perché ci fa capire che tutti abbiamo dei sogni per i quali siamo disposti a sopportare sacrifici immani, che spesso gli altri non comprendono, ma ciò non significa che i nostri desideri non valgano nulla, anzi è lì che emerge il nostro valore!
“Se c’è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te.”
Le ali della libertà
Il film di Frank Darabont ispirato a una storia vera ha fatto meritare a Morgan Freeman una nomination all’Oscar nel 1994 come miglior attore. Fiancheggiato da Tim Robbins, che nella pellicola è il protagonista, Le ali della libertà è un film sull’ingiustizia, l’astuzia e la speranza. Il carcere in cui quegli uomini sono rinchiusi diventa un incubatori di lezioni di vita, un percorso quasi religioso che dalla reclusione porta all’agognata libertà. Anche in questo caso Freeman dà il meglio di sé interpretando Ellis Boyd “Red” Redding, un galeotto che, nonostante il suo passato, sa esprimersi in tutta la sua saggezza.
Tra le frasi che costellato il film ne abbiamo scelta una in cui si coagula l’intera storia e che spiega con parole semplici e toccanti il valore della libertà. Una citazione che acquista importanza, specie se relazionata alla privazione errata di un diritto così importante come solo la libertà personale può essere.
“[…] alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia, questa è la verità. Sono nati liberi e liberi devono essere. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia perché sai che nessuno avrebbe dovuto rinchiuderli. Anche se il posto in cui vivi diventa all’improvviso grigio e vuoto senza di loro.”
Invictus – L’invincibile: Morgan Freeman è Nelson Mandela nel film di Clint Eastwood
“Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare?”
Avremmo potuto estrapolare altre citazioni dal film del 2009 che racconta gli eventi svoltisi nel 1995 durante la Coppa del Mondo di rugby in Sudafrica, poco tempo dopo l’elezione di Nelson Mandela in qualità di presidente della nazione.
Qui Morgan Freeman interpreta un uomo che ha fatto tanto per la sua gente, lasciando un segno indelebile nel cuore di tutta l’umanità. La sua performance è come sempre impeccabile e l’insegnamento che il film ci lascia – in relazione a quanto riportato sopra – è semplice a dirsi quanto difficile ad applicarsi: la volontà di fare un passo avanti verso il diverso, di mostrare all’altro che non pretendiamo il suo cambiamento, ma siamo disposti a metterci in gioco anche noi, a cambiare!
Non è mai troppo tardi
Due mostri sacri del cinema convogliano nel film di Rob Reiner. A fiancheggiare Morgan Freeman troviamo infatti anche il mitico Jack Nicholson.
Nel film in questione il nostro è Carter Chambers, un malato terminale di tumore che per vivere fa il meccanico. L’incontro con Edward Cole (Nicholson) lo aiuterà a non subire passivamente il suo destino, portando entrambi a realizzare tutti quei desideri che non hanno mai avuto il tempo, la voglia o il denaro per realizzare. Un percorso che li aiuterà a scoprire la bellezza della vita e che lascia allo spettatore un nodo alla gola, ma anche una bellissima riflessione sull’esistenza.
“È difficile capire il valore della vita di una persona; c’è chi dice che gli viene misurato da quelli che gli sopravvivono, qualcuno crede che si possa misurare nella fede, qualcuno dice nell’amore. Altri dicono che la vita non ha proprio senso.
Io, io penso che ognuno misura se stesso in base alla persone che si sono misurate su di lui…”
Seven: l’elogio dell’amore di Morgan Freeman
Nel film del 1995, diretto da David Fincher, Morgan Freeman veste i panni del detective William Somerset che, insieme al detective David Mills (Brad Pitt), dovrà indagare su una serie di strani e macabri omicidi. Un film che ha vinto diversi premi, tra cui una nomination all’Oscar per il miglior montaggio e una ai Bafta per la miglior sceneggiatura e che ha in seno delle perle di vita sensazionali, come quella che abbiamo riportato di seguito e che ci spinge a praticare l’amore, inteso come impegno e sacrificio. L’amore qui è una filosofia da seguire!
“È che non riesco a continuare a vivere in mezzo a gente che abbraccia e coltiva l’apatia come se questa fosse una… una virtù. […] L’apatia è una soluzione, insomma è più facile stordirsi con qualche droga piuttosto che dover affrontare la vita; è più facile rubare quello che si vuole piuttosto che guadagnarselo. È più facile picchiare un figlio che educarlo. Diamine! L’amore costa, costa impegno, lavoro…”
Una settimana da Dio
Uno dei film più divertenti di sempre, con Jim Carrey nei panni del giornalista Bruce Nolan e Morgan Freeman nei panni di Dio! Un Dio che si sporca le mani, che scende a patti con le sue “pecorelle smarrite” e affida il suo potere, per ben sette giorni, a uno scapestrato come Bruce. Tra gag e risate scaturite dal grande talento di Jim Carrey non mancano, soprattutto alla fine, momenti di riflessione profonda che fanno del film diretto da Tom Shadyac una vera e propria pietra miliare della cinematografia moderna.
Un film che ci fa riflettere sulla direzione che spesso prende la nostra vita, su tutte le volte che ci arrabbiamo con Dio (o chi per lui), convinti che sia colpa altrui, senza renderci conto che i miracoli avvengono tutti i giorni davanti ai nostri occhi, ma noi siamo assuefatti dal malumore e dalla routine e non ci facciamo più caso. Un concetto che si esprime pienamente in una conversazione tra Dio e Bruce Nolan, in cui il Divino interroga l’umano sul suo operato. La riportiamo di seguito!
Bruce: “Erano così tanti, che gli ho solo dato quello che volevano.”
Dio: “Già… Ma da quando in qua le persone sanno quello che vogliono?”
Bruce: “E allora che faccio?”
Dio: “Dividere la minestra non è un miracolo, Bruce, è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all’istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.”