Natasha Lyonne: carriera e vita privata della protagonista di Russian Doll
Natasha Lyonne incarna la celebrità contemporanea, fatta di colori e personalità forti: la star di Orange is the New Black è un mondo tutto da scoprire.
Forte, decisa, appassionata e irriverente: conosciamo Natasha Lyonne per l’iconico personaggio di Nicky Nichols in Orange Is the New Black, ma la persona dietro la storia della galeotta è altrettanto appassionante e irriverente. Dopo il successo della serie tutta al femminile che le ha aperto le porte dei cuori del grande pubblico, Natasha è tornata su Netflix con Russian Doll, ma da dove arriva questa attrice dai lineamenti così particolari e dall’atteggiamento culturale incredibilmente ampio?
Natasha Lyonne: ritratto di un’antidiva
Nata nel cuore di New York City il 04 aprile 1979, Natasha Bianca Lyonne Braunstein cresce in un ambiente familiare alquanto composito: i genitori lavoravano nel mondo dello sport e dello spettacolo come pubblicitari e presentatori, portavoce della società del boom economico a stelle e strisce piena di aspirazioni e sogni di ricchezza. Gli stessi genitori però hanno anche origini ebree ortodosse che mixano radici francesi, ungheresi e americane, regalando alla piccola Natasha una cultura estremamente variegata e un inesorabile atteggiamento da sopravvissuta. La sua infanzia è stata divisa tra New York, dove ha vissuto fino a otto anni, e Israele, dove la famiglia si era trasferita, per poi tornare negli Usa in seguito al divorzio dei genitori. Nel relativamente breve periodo in Israele Lyonne partecipa anche a un film, April fool, e si avvicina alla cultura ebraica tanto da continuare gli studi in un istituto ebraico anche in America.
Natasha Lyonne scherza sulla famiglia composta “dal lato paterno, Flatbush, dal lato materno Auschwitz“.
Questa storia da vera upper class è presto interrotta: la sua indole irrequieta la porta all’espulsione per aver venduto marijuana all’interno della scuola, minando irreparabilmente il suo rapporto con l’alta borghesia che la circondava. Spostatasi a Miami con la madre, ha rinunciato al diploma per tornare a New York e frequentare un corso artistico, salvo poi lasciare anche quello studio perché non poteva pagare la retta. Il padre l’ha addirittura diseredata, mentre il rapporto con la madre non è mai stato recuperato, rendendola di fatto una donna indipendente già dai 16 anni. L’irriverenza della Nicky che conosciamo ben combacia con questo ritratto di infanzia, anche se non tutti sapranno che si è candidata nel distretto di Manhattan tra le fila dei Repubblicani.
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I problemi di irrequietezza di Lyonne, come detto, sconfinano oltre lo schermo, avendo nel corso degli anni collezionato arresti per guida in stato d’ebbrezza e litigi con i vicini che lamentavano suoi comportamenti molesti (Michael Rapaport ha dovuto cacciarla da una delle sue case in veste di affittuaria!). Una vita non troppo regolare le è anche costata un ricovero per epatite C, insufficienza respiratoria, infezione coronarica e una buona dose di metadone, che di pone in linea con i suoi problemi di dipendenza da alcool e droghe per i quali si è più volte recata in centri riabilitativi.
Natasha Lyonne: un’artista irriverente e profondamente libera.
Fin da piccola Natasha ha partecipato a vari film, anche se con il senno di poi non ha mai davvero apprezzato questa sorta di carriera da bambina prodigio. Nel 1996 recita in Tutti dicono I Love You di Woody Allen, dando avvio a una ricca serie di partecipazioni in film cinematografici e televisivi che però non le hanno mai fatto guadagnare un vero e proprio status attoriale. La carriera di Lyonne scorre per circa un decennio con ruoli di fascia media al cinema, da American Pie a Scary Movie, non pochi spettacoli teatrali e televisivi, spesso ricoprendo ruoli di tossicodipendente o ragazza in piena rehab. In piena continuità con questi ruoli, Orange Is the New Black è stato il suo primo incarico seriale regolare, per il quale ha ricevuto molti riconoscimenti: sia da parte della folla adorante del personaggio di Nicky Nichols, sia da parte della critica e degli Award che l’hanno spesso nominata per Emmy e SAGA. Dopo l’impressionante successo di OITNB, Natasha ha iniziato anche la carriera di doppiatrice di cartoni animati, dai Simpson a Big Mouth.
Anche Netflix ha dimostrato di apprezzare a pieno lo spirito di Lyonne, affidandole la regia di un episodio della settima stagione di OITNB e, soprattutto, chiamandola come protagonista della nuova serie comedy Russian Doll, il racconto di una vita o meglio di una morte iterata e in parte allucinata. Come attrice e come persona, Natasha Lyonne ha sempre promosso attività culturali che alimentassero libertà personale e creatività, in nome della stessa indole determinata e potente che tanto l’ha fatta apprezzare dal pubblico contemporaneo. L’indole libera e appassionata di Natasha Lyonne valica i confini dello schermo, creando una continuità ricca di ispirazione tra vita reale e indipendenza artistica, che le permette di vestire i panni di personaggi comici con un’innata e peculiare profondità drammatica dolce-amara.