Omicidio all’italiana: intervista a Maccio Capatonda e al cast del film
“Omicidio all’italiana è un film che si occupa di cronaca. Maccio tocca la coscienza collettiva prendendosela con tutti”. Inizia così la conferenza stampa dedicata all’ultima fatica – dopo l’esordio con il discusso Italiano medio (2015) – di Marcello Macchia, meglio conosciuto come Maccio Capatonda. QUI il trailer del film.
L’incontro con la stampa è avvenuto martedì 22 febbraio a Roma. Erano presenti, oltre al regista e protagonista Maccio Capatonda, anche il resto del cast: Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Gigio Morra, Roberta Mattei, Ivo Avido (Enrico Venti), Fabrizio Biggio e Antonia Truppo. Mancavano all’appello Lorenza Guerrieri, Ninni Bruschetta e Sabrina Ferilli. Sul palco anche Giampaolo Letta di Medusa Film, Marco Belardi della Lotus Production e, a moderare l’incontro, Alvaro Moretti, direttore di Leggo.
Di cosa parla Omicidio all’italiana?
Omicidio all’italiana racconta di “uno strano omicidio che sconvolge la vita sempre uguale di Acitrullo, sperduta località dell’entroterra abruzzese. Quale occasione migliore per il sindaco (Capatonda) e il suo vice (Ballerina) per far uscire dall’anonimato il paesino? Oltre alle forze dell’ordine, infatti, accorrerà sul posto una troupe del famigerato programma televisivo Chi l’acciso?, condotto da Donatella Spruzzone (Ferilli). Grazie alla trasmissione e all’astuzia dal sindaco, Acitrullo diventerà in men che non si dica famosa come a ancor più di Cogne! Ma sarà un efferato crimine o un… omicidio a luci grosse?”.
Maccio Capatonda torna al cinema con quelli che ormai sono i suoi tratti più riconoscibili: nomi e cognomi buffi e caratterizzanti (i fratelli Peluria, il Commissario Fiutozzi, Sandra Pertinente, la contessa In Cazzati e Donatella Spruzzone) e una narrazione dell’assurdo, aiutata dal linguaggio creato ad hoc per sostenerne il nonsense. In questo caso tocca all’acitrullese:
“È un idioma che ho creato con Herbert Ballerina; è una lingua impossibile da localizzare com certezza. L’intento era quello di creare un terronese in generale, che comprendesse un po’ tutto. Il film l’abbiamo girato in Abruzzo, ma non volevo un semplice accento abruzzese. L’idea definitiva mi è arrivata a pochi minuti dal primo ciak. Ho iniziato a sbagliare la lettera finale di ogni parola e il gioco era fatto. L’acitrullese è una lingua istintiva”.
Omicidio all’italiana si prende gioco di una grande varietà di categorie umane.
Ognuna di esse viene massacrata: la polizia, i media, la giustizia, la “gente in generale, morbosamente attratta dalla tragedia”, ha spiegato il regista. “Il film, però, non condanna nessuno. È un film di denuncia più alla morbosità stessa che a chi ne subisce il fascino o ne sfrutta i ritorni economici”.
“L’ispirazione – ha raccontato Maccio Capatonda – è giunta dagli eventi dell’isola del Giglio (il naufragio che ha visto protagonista, nel 2012, una nave della Costa Concordia e che ha provocato 32 vittime). Dopo il disastro, la maggioranza del turismo era guidato dall’interesse morboso, dalla curiosità di riuscire a dare un’occhiata a quello che era successo e scattarsi un selfie”.
L’ispirazione, però, non è arrivata solo dal naufragio della Costia Concordia, bensì da tutti quei luoghi italiani che, dopo un evento tragico, sono diventati “famosi come le capitali europee”: Cogne, Avetrana, Novi Ligure, Erba, e così via.
“Parte del film – ha spiegato il regista – è stato scritto a Cogne. Sono andato lì per capire quanto aveva influenzato la vita della cittadina, l’attenzione mediatica dell’omicidio (compiuto da Anna Maria Franzoni nel 2002). I giornalisti spiano senza pietà e noi ci appassioniamo come se fossero serie tv, fiction, reality show. Il personaggio interpretato da Sabrina Ferilli, incarna diverse figure del panorama mediatico nostrano, prima tra tutte personaggi come Barbara D’Urso. È una conduttrice spietata, disposta a tutto, anche a sfruttare la tragedia altrui per lo share. Il film, però, è riuscito a non superare la realtà: è molto peggiore di quello che vi mostro io”.
I protagonisti del film, i fratelli Peluria (interpretati da Maccio Capatonda e Herbert Ballerina), si rivelano eroi inconsapevoli, presi e risucchiati nel vortice della notorietà e della giustizia mediatica:
“Il film voleva mostrare quanto siamo disposti a fare per la notorietà, fino a dove possiamo spingerci. L’obiettivo finale è dimostrare quanto sia più difficile scegliere la non-notorietà. Certe cose meritano di non essere sapute. Non dovremmo saperle. Questa è la grande decisione”.
Ma allora perché il pubblico dovrebbe vedere Omicidio all’italiana? “Prima di tutto per recuperare i soldi spesi per farlo! Ci abbiamo messo molto impegno, ci sono cose personali e nuove. Spero faccia ridere. Ho cercato di fare un film che potesse smuovere le coscienze”, parola di Maccio Capatonda.
Il film uscirà al cinema il 2 marzo, distribuito in 400 copie da Medusa Film.