I protagonisti del Bif&st ricordano Ettore Scola

I protagonisti del Bif&st, da Paolo Virzì a Liliana Cavani, ricordano il regista Ettore Scola, amico e maestro. Il Bari International Film Fest, che come ogni anno da inizio alla stagione delle rassegne cinematografiche italiane, nella sua settima edizione è dedicato al Presidente dello stesso festival, Scola, da poco scomparso. Un omaggio e un ricordo che il Bif&st condivide con un altro grande uomo del cinema italiano, l’attore Marcello Mastroianni a vent’anni dalla sua morte.

Diretto e autentico, nella vita e nel cinema, ricordando Ettore Scola

“Ettore aveva questa caratteristica, sia come regista che come persona, era dotato di un grande amore per le persone, egli non faceva cinema per se stesso ma per incontrare il pubblico”, afferma Walter Veltroni, politico e uomo di cinema ma soprattutto amico personale del regista campano. Con lui a ricordare Ettore Scola anche le figlie Paola e Silvia – autrici del documentario sul papà Ridendo e scherzando presentato alla 10ima Festa del Cinema di Roma – e la moglie Gigliola. Oltre ai cari di Scola, anche il critico cinematografico francese Jean Gili non ha mancato nel suo ricordo.

A ricordare Ettore Scola anche altri nomi del panorama cinematografico come Anita Zagaria, Rolando Ravello, Andrea Occhipinti, Antonella Attili, Massimo Wertmuller, Francesca D’Aloja, Daniela Poggi, Valeria Cavalli. Tutti personaggi del cinema italiano che hanno collaborato o lavorato con il regista. Anche se il pensiero più autentico è commovente è arrivato da Paolo Virzì – che con molta probabilità sarà al Festival di Cannes in Concorso con La pazza gioia –, che molto si rifà con le sue opere al cinema di Scola. Virzì ha conosciuto Scola quando ventunenne assistette alla stesura della stesura di La famiglia e ne rimase piacevolmente sorpreso e colpito, per la grande umanità e capacità di raccontare cose grandi e temi difficili con una banalità e chiarezza senza eguali.

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Il Bif&st 2016 (dal 2 al 9 aprile) non solo rende omaggio e ricorda uno dei grandi registi italiani, ma permette ai più giovani di ascoltare testimonianze importanti e sentite di chi è stato amico, collega, compagno di vita di Ettore Scola e ne ha conosciuto l’uomo e il professionista. Un regalo quindi ai tanti giovani che Scola era sempre contento di accogliere e ascoltare, a cui insegnare un mestiere tanto artistico quanto “umano”.

A dover scegliere e consigliare un film da vedere diretto da Scola e non tra i più “scontati”, azzarderei con Splendor. Questo film segna la prima collaborazione con Massimo Troisi –che aveva già interpretato capolavori popolari come Ricomincio da tre, Scusate il ritardo, Non ci resta che piangere – ed è del 1989. La storia di un cinema di provincia nato negli anni 30 e chiuso con molta probabilità all’inizio degli anni 80. Le sue vicende di questo cinema corrono insieme a quelle del gestore, della cassiera e del proiezionista. Nulla di straordinario, ma un semplice commovente appello di lunga vita al cinema.