Recensione da letto – Spy
– Oh, tesoro… Non te l’aspettavi, vero? Credevi che fossi un filmetto da quattro soldi e invece ti sono piaciuta.
– Spy, che posso dire… Ero prevenuto, lo confesso. Ma concedimi questo: sei stato presentato come un film demenziale, quasi a livello di Scary Movie.
– Oh, lo so… Non parliamo del trailer italiano, poi. Però io non sono così, te ne se accorto, vero?
– Certo che me ne sono accorto, Spy. Sei una commedia leggera, certo, ma hai alcuni spunti interessanti. E anche se non sei il genere che amo di più, mi hai fatto passare un paio d’ore piacevoli.
– Tesoro, come sei dolce…
– Mi hai convinto dalla prima scena. Con Jude Law nei panni di Bradley Fine che fa il verso a James Bond: nel giro di due minuti fai capire che prenderai gli elementi di base del film di spionaggio e ti ci pulirai le scarpe.
– Più che altro, mi pongo una domanda: cosa succederebbe se una donna americana prossima ai quaranta con tanta testa, poco fascino e nemmeno un briciolo di physique du role diventasse un agente segreto? E so cosa stai per dire: altri film si sono posti la stessa domanda. È vero, ma loro non avevano Melissa McCarthy.
– Eggià. La cara Melissa sguazza nel suo personaggio come un pesce in uno stagno di montagna: Susan Cooper è un’analista della CIA intelligente e capace ma totalmente imbranata e sfruttata da tutti, in particolare dal collega e agente operativo Bradley, di cui è segretamente innamorata. In sostanza, Spy, trasporti un classico schema della commedia in un contesto action-spionistico. Come ti è venuto in mente?
– Tutto merito di Paul Feig, che mi ha scritto e pure diretto.
– Un tipo strano…
– Abbastanza. Ho cominciato a frullargli per la testa qualche anno fa: dopo che ha visto “Casinò Royale” ha deciso di fare un Bond Movie in chiave comica. Ed eccomi qua.
– Devo dire che non sono un gran ammiratore di Paul Feig. “Le amiche della sposa” mi è sembrata una buffonata di una volgarità insostenible, e non parliamo di “Corpi da reato”. C’è da dire che sta avendo successo, e soprattutto sta facendo capire a Hollywood che la commedia non è un genere solo maschile.
Nel tuo caso, Spy, ha fatto un passo avanti. Non solo la trama, anche la regia mescola i tratti tipici del film d’azione e della commedia. Tipo, la scena di lotta all’arma bianca nella cucina è coreografata da dio ed è ripresa come se il protagonista fosse Daniel Craig o Matt Damon.
– Eh eh, non male, vero? Del resto posso contare su un cast notevole, non solo sulla protagonista. Jude Law è un Bradley Fine azzeccatissimo: agente speciale bondiano in tutto tranne che nel ciuffo, tanto affascinante quanto odioso.
– E Jason Statham è una rivelazione. Viene da chiedersi perchè nessuno gli abbia mai proposto un ruolo comico dopo “Snatch”… Ecco, a Paul Feig va sicuramente il merito di aver dato a Statham un ruolo con la giusta dose di autoironia, facendolo funzionare alla grande.
– Comunque, senza Melissa io non starei qua. Non sarà un’attrice versatile, ma è senza dubbio una delle migliori caratteriste sulla scena e questo è il suo momento.
– Ecco, sì. Melissa piace anche a me, però…
– Però cosa?
– Sì, insomma… a lungo andare stanca.
– Stanca?
– Eh sì, dai… Abbiamo capito: Melissa McCarthy è imbranata e in evidente sovrappeso, ma c’è solo una certa quantità di modi in cui questo può essere mostrato in modo divertente. A lungo andare, annoia. Adesso ha in programma il remake al femminile di “Ghostbusters”, sempre di Paul Feig, e “Michelle Darnell”, altra commedia in cui reciterà al fianco di Peter Dinklage…
– E quindi? Che problema c’è?
– Per me nessuno, ma si sta fossilizzando sullo stesso personaggio. In “St. Vincent” ha una parte tra il comico ed il drammatico e se la cava bene, potrebbe riprovare. Ad ogni modo, con te funziona benissimo, non lo nego.
– Oh, che gentile. E dimmi, che altro c’è che non ti piace?
– Beh, forse qualcosa c’è…
– Lo sapevo…
– A tratti, tendi a scivolare nel demenziale. Vabbè, è colpa di Paul Feig: se qualcuno non emette liquidi organici una volta ogni mezz’ora, lui non è contento. E a parte questo, Spy, qualche caduta di stile c’è, anche per colpa di una colonna sonora messa insieme con lo sputo. Dai l’impressione che non ti interessi niente a parte le scene comiche. Tutto il resto è un riempitivo tra una gag e l’altra, e questa cosa sputtana un po’ l’idea iniziale. Ecco, tutto qua.
– Che dire, tesoro. Apprezzo il tuo candore.
– Dai, non te la prendere… Sei un film godibile e abbastanza ben fatto, piacerai da morire a chi ama Melissa McCarthy e anche a chi non disdegna un po’ di comicità becera.
– Mmm…
– E adesso vieni qua. Voglia rifare quella cosa con il pollice…