Natalie Portman a Roma per Thor: Love and Thunder: l’amore per Elena Ferrante e la critica al cinema “non basta”
Natalie Portman ha risposto a tante domande durante la conferenza di Thor: Love and Thunder a Roma, spaziando tra passato, presente e futuro.
Questa settimana, Natalie Portman ha raggiunto la città di Roma per promuovere Thor: Love and Thunder. L’attrice è stata quindi protagonista di una conferenza stampa a lei interamente dedicata, che si è svolta nel cuore della capitale ed ha permesso ai giornalisti (presenti o collegati online) di rivolgerle domande che hanno spaziato tra passato, presente e futuro. Nel film diretto da Taika Waititi, Portman torna ad interpretare il personaggio di Jane Foster quasi dieci anni dopo la sua ultima volta (Thor: The Dark World, del 2013) ma la sua carriera, nonostante la sua giovane età, è costellata da grandi successi e performance di livello, come è stato più volte sottolineato anche nel corso della conferenza stampa.
Natalie Portman sul set di Thor: Love and Thunder: “Taika Waititi divertente ma rispettoso, ci chiedeva sempre di improvvisare“
Durante l’incontro con i giornalisti, uno dei temi centrali è stato sicuramente l’ironia che domina all’interno di Thor: Love and Thunder. Natalie Portman ha quindi raccontato quanto sia stato divertente lavorare con Taika Waititi, tornato alla regia di un film di Thor dopo la precedente esperienza con Ragnarok. “Innanzitutto, devo dire che lavorare con Taika è veramente una grande gioia, perché lui porta sul set creatività e spontaneità, ed è quello che vuole da tutti noi. Poi non ha mai mancato di ricordare l’importanza di affrontare la vita, soprattutto in questo momento, con un po’ di umorismo di cui abbiamo tutti bisogno, così come abbiamo bisogno di ridere, di avere un momento di gioia e questo ce l’ha ricordato sempre ed è quello che si aspettava da noi”, ha detto l’attrice, aggiungendo: “Voglio anche aggiungere che Taika ha senso dell’umorismo ma ha sempre rispetto degli altri, non si ride mai a spese di qualcuno. Lui è sempre molto generoso e gentile e credo sia un chiaro segno di intelligenza avere questo modo gentile di ridere. Ha un senso dell’umorismo assurdo, bizzarro, a cui si abbinano anche delle forti emozioni“. Sembra quindi che il set diretto da Taika Waititi sia una fonte costante di leggerezza ed ironia, anche se Portman non è riuscita ad individuare una specifica scena durante la quale lei e gli altri protagonisti non riuscivano a smettere di ridere. Ha infatti dichiarato: “Ce ne sono molte, una grande sfida nel recitare in Thor: Love and Thunder è rappresentata dal riuscire a non ridere in determinati momenti e questo proprio per l’umorismo brillante di Taika ma anche di Chris e Tessa. Non riesco a pensare ad una sequenza in particolare perché questo valeva per la maggior parte delle scene girate e la cosa straordinaria è che questo senso di umorismo/momenti comici si trovavano anche nelle sequenze più drammatiche del film e questo perché Taika voleva sempre sperimentare, provando più volte la stessa scena tenendo presente idee e spunti diversi. Era come girare un film sperimentale ma con il budget di un film come questo“.
“Ci sono più eroine sullo schermo ma ancora non basta. Deve diventare la norma“
Non si poteva poi non parlare della dualità che caratterizza il personaggio interpretato da Natalie Portman: da una parte la vulnerabilità e i limiti umani di Jane, dall’altra l’estrema forza di Mighty Thor. A tal proposito, l’attrice ha detto: “La amo perché per me è così difficile rapportarmi con delle figure che sono dure e sempre così toste in ogni momento. Ammiro chi ha queste qualità ma non è una cosa che mi appartiene, mentre lei è più vera e anche femminista se vogliamo perché è una donna con dubbi, paura, sfide e debolezze a cui far fronte ma al tempo stesso è potente, dura, tosta…“. Insomma, Mighty Thor rappresenta senza dubbio un esempio per moltissime donne e magari anche uno spunto per iniziare a dare maggiore spazio alle eroine femminili, come ha spiegato anche Portman: “Sì, è molto importante vedere come adesso siano di più le supereroine ma questo non basta ancora. Si potrebbe dire che vedere queste figure femminili come eroine abbia dell’incredibile, mentre invece non dovrebbe sorprenderci perché dovrebbe essere questa la norma. Certo, in questo unico film ho il piacere di avere al mio fianco anche il personaggio interpretato da Tessa (Thompson, interprete di Valchiria, ndr), quindi siamo una squadra tutta al femminile. Questo è un messaggio importante anche per i giovani, i bambini, perché devono avere la possibilità di riconoscersi in eroi/supereroi di qualunque genere, perché vogliamo che si possano rapportare a questi personaggi per la loro personalità. Devo dire che quando ero bambina c’era un unico punto di riferimento femminile nel panorama dei supereroi, oggi invece questo è cambiato“.
Natalie Portman: “Taika e la Marvel hanno trasformato in eroe una mamma 40enne, ebrea, alta 1.60: è rivoluzionario!“
Come è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, uno dei temi di Thor: Love and Thunder è sicuramente il superamento del dolore come crescita personale. Natalie Portman ha quindi spiegato in che maniera si è rapportata a questo aspetto della storia: “L’aspetto che più mi piace di questo personaggio è che sia Jane che Mighty Thor devono affrontare delle sfide enormi che portano anche a grandi timori e paure. Lei ha bisogno di trovare proprio un senso alla sua vita, uno scopo, e trovare l’amore. Quindi cercare di seguire tutto questo per raggiungere tale obiettivo“. Jane Foster è un personaggio introdotto circa dieci anni fa nel MCU e che in questo lasso di tempo ha subito un’evoluzione notevole. A tal proposito, Portman ha detto: “Devo dire che questo è stato un viaggio entusiasmante. Dieci anni fa poter interpretare la parte di un’astrofisica in un film di quelle dimensioni è stato straordinario, anche se il film non verteva su questo. Però il fatto che ci sia stato questo personaggio ha anche rappresentato una svolta, perché sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono di studiare scienze, tecnologia, ingegneria, matematica: è lodevole che proprio per loro la Marvel abbia avviato un programma per sostenere le ragazze che scelgono di studiare queste discipline negli Stati Uniti. Tra l’altro, il film è del 2009 e quindi è stata una sorpresa avere un personaggio che fosse al tempo stesso astrofisica e supereroe. Quando stavamo girando questo film abbiamo festeggiato i miei 40 e trovo rivoluzionario anche il fatto che Taika e la Marvel abbiano avuto la fantasia di voler dare questo ruolo ad una mamma di due bambini, ebrea, alta 1.60, quarantenne, che si trasforma in un supereroe. Quindi devo dire di essere stata molto fortunata. Cosa mi aspetto dal futuro di Jane? Non ho idea di come si svilupperà il personaggio. Quando eravamo a Londra insieme a Taika ci siamo tutti guardati un po’ perplessi, compreso Chris, quando siamo arrivati alla fine del film, quando c’è quella cosa di cui non parlerò, e ci siamo guardati un po’ sorpresi perché non ne sapevamo nulla”.
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Durante la conferenza stampa, è stato poi chiesto a Natalie Portman il suo approccio a questa nuova versione di Jane Foster e il modo in cui ha deciso di caratterizzare questa sua evoluzione, da “semplice” scienziata a Mighty Thor. “Devo dire che ci sono diversi fattori che hanno contribuito alla preparazione. Io ho studiato molto, ho letto, ho riflettuto su questo personaggio, le sfide che doveva affrontare. Poi ho capito, arrivata sul set, che tutto questo dovevo lasciarmelo alle spalle perché si è trattato di improvvisare parecchio. Questo è quello che vuole Taika”, ha dichiarato l’attrice, aggiungendo: “Io all’inizio ero un pochino agitata, dicevo ‘ma io devo sapere cosa fare, devo prepararmi’ ma poi ho capito che bisognava lasciarsi andare, essere aperti di mentalità e questa è stata una lezione. Una volta raggiunta la calma sono riuscita ad affrontare il personaggio in questa maniera. Non è che voglia tenere tutto sotto controllo, però mi piace essere preparata. Qui stiamo parlando di alieni, quindi è stato un po’ ritrovare il senso proprio del nostro lavoro come attori, cioè il gioco e dar sfogo ad una fantasia infantile, essere aperti. Ricordiamoci che mentre giravamo delle scene di battaglia brandivamo delle armi finte e il nostro nemico era invisibile, quindi ci è stato chiesto di ricordarci come eravamo a 5 anni e ritrovare la fantasia che è l’essenza del nostro lavoro”.
L’attrice di Thor: Love and Thunder parla del suo futuro: “Torno alla regia e produco una nuova serie Apple“
Si è quindi parlato di come, nonostante la sua giovane età, Natalie Portman abbia alle spalle una carriera formidabile, piena di successi ma anche di sfide, inclusa quella da regista. Ci sarà quindi spazio per una nuova regia in futuro e, in tal senso, quali sfide stuzzicano l’attrice in questo momento del suo percorso professionale? A questa domanda, l’attrice ha risposto così: “Intanto grazie per aver detto che sono giovane. Spero di riuscire a tornare alla regia, non posso ancora parlarne perché sto ancora cercando capire in quale direzione muovermi in tal senso. Ho voglia di nuove sfide, questo è indubbio. Voglio continuare ad esplorare diverse modalità di espressione, come usare la mia voce in maniera diversa (come nel caso della regia). Sto già lavorando ad un progetto che sto anche producendo, che si intitola Lady in the Lake, una nuova serie di Apple TV+. Questo è già un modo diverso di usare la mia voce perché per 30 anni, tutto sommato, ho fatto più o meno la stessa cosa: sono stata l’acqua in un contenitore che dà una forma e consente poi all’acqua di scorrere. Invece io vorrei essere colei che crea il contenitore, quindi una modalità espressiva diversa”. Insomma, l’obiettivo primario per lei sembra essere quello di riuscire ad individuare una propria voce, tramite la quale raccontare temi che le stanno particolarmente a cuore.
“A me interessa moltissimo l’esperienza, il punto di vista delle donne e in tal senso sono stata molto influenzata da scrittrici italiane come Natalia Ginzburg ed Elena Ferrante”, ha dichiarato l’attrice, aggiungendo: “Mi interessa la prospettiva che hanno, per me è rivoluzionaria e innovativa. Mi interessa anche avere modo di esplorare e portare alla luce quella che è l’esperienza delle donne, non solo un punto di vista specifico, e devo dire che queste scrittrici per me hanno rappresentato un momento di rivelazione”. Riguardo i temi del film che pensa siano importanti soprattutto per i giovani, ma anche riguardo gli insegnamenti che lei stessa cerca di trasmettere ai suoi figli, Portman ha invece detto: “Taika ci tiene molto ad esplorare l’amore in tutte le sue forme e questo è ciò che ritengo sia la cosa più bella. Amore romantico, tra genitori e figli, tra amici, l’amore per se stessi o per il proprio lavoro: modi per dare un senso alla propria esistenza. Per quanto riguarda gli insegnamenti ai miei figli, principi fondamentali sono l’empatia e la compassione. Anche se non devo insegnargli molto, poiché sono già naturalmente così. Gli insegno l’importanza di essere sempre curiosi e di amare ciò che fanno”.
A Natalie Portman è stato poi chiesto se sia più gratificante rappresentare un personaggio drammatico in un film drammatico oppure interpretare un personaggio brillante come quello in Thor: Love and Thunder. “È chiaro che ogni film presenti delle sfide e presenti anche opportunità di grande soddisfazione. Io nel corso della mia carriera ho interpretato più ruoli drammatici che comici, esperienze sempre gratificanti. Invece le esperienze con i ruoli più comici, pur essendo state di meno, le ho trovate molto divertenti ma anche creative”, ha detto l’attrice premio Oscar, aggiungendo: “Ciò che mi piace comunque è riuscire a portare una prospettiva più profonda nei ruoli comici e gli aspetti di spontaneità nei ruoli drammatici. Credo sia importante esplorare entrambe queste cose”.
Natalie Portman sul suo passato: “Ci sono stati momenti difficili ma è sempre scattato un moto di rivalsa“
Verso la fine della conferenza stampa, Natalie Portman ha risposto a chi le chiedeva quante volte, nel corso della sua carriera, abbia ripetuto a se stessa la frase “Non smettere mai di lottare“, quella che cioè veniva detto a Jane Foster da sua madre quando era più piccola: “Non so se io abbia mai pronunciato parole del genere a me stessa, però posso dire che quando mi sento un po’ giù oppure ho momenti no, c’è qualcosa dentro che mi smuove tipo un moto di rivalsa. Chiaramente in 30 anni di carriera, e sono trenta anni esatti, ci sono stati momenti del genere in cui ho ricevuto critiche negative, momenti in cui era più difficile trovare ruoli da interpretare e momenti di infelicità anche a livello personale, quindi questo mi ha portato a sentirmi triste, a provare un po’ di autocommiserazione. Però brevemente, perché poi lo scatto era sempre ‘Ah sì? Adesso dimostro cosa sono in grado di fare’ e lo faccio vedere. Quindi credo che sia una caratteristica che tutti noi abbiamo e credo sia un modo sano per sopravvivere, un istinto di sopravvivenza che abbiamo. Non dimenticando che rispetto a quello che hanno dovuto affrontare le generazioni che ci hanno preceduto, queste sono sfide veramente minime”.