Fuga di cervelli: il finale della commedia d’esordio di Paolo Ruffini
Ecco spiegato il finale del film Fuga di cervelli, esordio alla regia di Paolo Ruffini del 2013 con protagonisti Guglielmo Scilla e Frank Matano.
Perché mentire dicendo che Fuga di cervelli è una commedia divertente e ben fatta? Remake del film spagnolo dall’omonimo titolo di Fernando González Molina, Fuga di cervelli è forse uno degli esordi più insipidi del panorama della commedia italiana moderna. Diretto nel 2013 da Paolo Ruffini, il lungometraggio è strutturato come un lungo susseguirsi di battute scadenti che, inserite all’interno di situazioni facilmente prevedibili, si conclude con un epilogo alquanto telefonato. Prima di parlare del finale di Fuga di cervelli, però, meglio delucidare la trama attorno alla quale ruota l’intero film.
Concentrandosi sulla vita di un ragazzo giovane e timido, interpretato da Luca Peracino (Matrimonio al Sud), il film di Paolo Ruffini segue le vicende amorose del protagonista Emilio che decide di studiare nella prestigiosa Oxford per ricongiugersi con l’amica di infanzia Nadia (Olga Kent), ragazza di cui lui è da sempre innamorato e che, dopo aver vinto una borsa di studio, si dovrà trasferire in Inghilterra. A fianco a lui, desiderosi di aiutarlo nel suo intento di dichiarare i suoi sentimenti alla giovane, ci sono i suoi amici di sempre: Alonso (Andrea Pisani), Lebowski (Guglielmo Scilla), Alfredo – interpretato dallo stesso regista – e Franco (Frank Matano).
Fuga di cervelli: il finale della commedia d’esordio di Paolo Ruffini
Prendendo in prestito la tipica e scontata struttura utilizzata in ogni college-movie americano, Fuga di Cervelli si conclude con un improvviso e inaspettato cameo di una delle più importanti figure della comicità italiana, Diego Abatantuono, il quale passeggia parlando al telefono nella stazione ferroviaria in cui è ambientata la scena finale del film.
Ma, oltre ad Abatantuono, cosa succede nell’epilogo del lungometraggio? Come si conclude l’avventura dei cinque amici? Poco prima di partire e di prendere il treno che lo porterà lontano da lì, Emilio confessa a Claudia, la ragazza dell’altoparlante, le sue pene d’amore e i suoi sentimenti nei confronti dell’amica d’infanzia Nadia. E ovviamente la comicità non può mancare: la romantica dichiarazione del protagonista viene ascoltata da tutta l’università proprio a causa dell’altoparlante, lasciato aperto da Claudia per sbaglio. Il racconto di Emilio, tuttavia, non si limita alla sua persona e a ciò che sente nel suo cuore, ma coinvolge l’intera storica compagnia di amici, rivelando i sentimenti provati da ognuno di loro per le rispettive innamorate.
Stranamente il piccolo e imbarazzante incidente in cui è stato coinvolto il personaggio principale non si rivelerà essere d’intralcio, anzi. Sarà l’espediente che spingerà i suoi quattro amici a decidere di aiutarlo nella conquista della bella e tanto desiderata Nadia. Convinto di non poter mai coronare il più grande dei suoi sogni amorosi, Emilio parte, mentre Alfredo, Franco, Lebowski e Alonso cercheranno di portare la ragazza alla stazione ferroviaria prima che il treno lasci la città. Incapaci di trattenere il protagonista, Lebowski, accompagnato da Alonso, fermerà la corsa del mezzo di trasporto, dopo essere entrato nella cabina di controllo. Una volta che il ragazzo scende dal treno, Nadia si avvicina a lui e, senza tanti giri di parole, lo bacia.
L’epilogo tanto agognato di Fuga di Cervelli giunge, quindi, dopo una serie di sfortunati eventi e siparietti potenzialmente divertenti: il trionfo dell’amore, dopotutto, non può che essere presente e farsi aspettare fino alla scena finale. E si tratta di un lieto fine per tutti. Un cliché che, prevedibile fin dall’inizio del film, non poteva sicuramente mancare.