La Teoria del Tutto: la storia vera del film su Stephen Hawking
Una vita può essere così difficile e meravigliosa? Da quanto raccontato in La Teoria del Tutto si! Scopriamo cosa c'è di vero e cosa invece è stato un po' romanzato.
Spesso la realtà può essere molto più bella dell’immaginazione e, certo, anche molto più difficile, imprevedibile, amara. Ma è forse questo contorno di amarezza, sono forse gli ostacoli che inavvertitamente gli esseri umani si trovano a dover superare a rendere la vita più di una semplice esistenza, bensì un’opera d’arte in perenne mutamento e persino in grado di stupire, ispirare e far emozionare non solo il piccolo gruppo di anime più o meno familiari che ruotano attorno alla quotidianità di ogni singolo individuo, ma il mondo intero.
È questo ciò che è accaduto alla vita di Stephen Hawking, il fisico, cosmologo, astrofisico e matematico britannico nato l’8 gennaio 1942 a Oxford e morto il 14 marzo 2018 a Cambridge, all’età di 76 anni. Il suo percorso e quello della moglie Jane hanno destato talmente tanta empatia da finire sul grande schermo e far confezionare al regista James Marsh uno dei biopic più belli di sempre, La Teoria del Tutto. A interpretare il genio nel film è l’attore premio Oscar (proprio per La Teoria del Tutto) Eddie Redmayne, affiancato da Felicity Jones nei panni di Jane Wilde Hawking.
La Teoria del Tutto: la vera storia d’amore tra Stephen e Jane Hawking
Il film, adattamento del romanzo scritto dall’ex moglie Jane, Verso l’infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen), oltre a sottolineare l’immensa importanza di Hawking all’interno del panorama scientifico, mette in mostra la storia d’amore tra Stephen e Jane, elogiando la forza fisica e mentale di un sentimento ineguagliabile qual è l’amore; il coraggio di non arrendersi davanti a nulla, neanche dinnanzi a una diagnosi di SLA ricevuta all’età di 21 anni che mette in crisi il giovane, a cui erano stati dati come aspettativa massima di vita due anni.
Il film ci porta direttamente nel 1963, anno in cui Hawking si trova presso l’Università di Cambridge, immerso negli studi per cercare di capire l’origine dell’Universo, che poi diventerà una delle teorie per le quali è più noto. L’incontro con Jane, studentessa di lettere, avviene a una festa. Impacciato lui, timida e bellissima lei: il loro amore da fiaba sembra andare a gonfie vele, finché la malattia non fa irruzione nella loro vita, iniziando a intaccare il fisico di Stephen, compromettendo le sue azioni quotidiane – e quindi anche i suoi studi – e minando la sua psicologia. Come ci si può sentire ad apprendere che da lì a poco la tua vita finirà? Cosa si può provare nel sentirsi un peso, nel non avere più la facoltà di fare ciò a cui prima non facevi neanche caso?
Il film di James Marsh pone l’accento sulla determinazione di Jane, sulla sua voglia di andare avanti nonostante tutto, di rimanere a fianco dell’uomo che ha scelto e di combattere contro tutto e tutti pur di dargli lo stimolo giusto ad andare avanti. È stato davvero così? A detta dello stesso Hawking il film è “sostanzialmente vero”. Non mettiamo in dubbio che la realtà sia stata molto più dura da affrontare di un paio d’ore di film, ma non tralasciamo neanche la grande forza di volontà delle persone, in grado di fare miracoli!
La Teoria del Tutto: tra storia vera e immaginazione?
Se avete visto La Teoria del Tutto, oltre ad ammirare la bellissima colonna sonora e le interpretazioni impeccabili, vi sarete anche domandati cosa c’è esattamente di vero in ciò che il film racconta. Andiamo dunque ad analizzare e a scindere la realtà dalla finzione!
Per prima cosa sappiamo che l’incontro tra Jane e Stephen Hawking durante una festa di Capodanno a Cambridge corrisponde alla realtà, così come riportato nel film. C’è una cosa che però la pellicola omette, ovvero il fatto che Jane fosse amica della sorella di Stephen.
Il passo successivo ci conduce alla diagnosi della SLA. Nel film la malattia si manifesta attraverso una caduta, ma è chiaro che questa scelta narrativa non coincide totalmente alla verità. Pare infatti che prima di decidersi a indagare sulla sua salute il cosmologo abbia fronteggiato due brutte cadute, la prima presso la Trinity Hall e l’altra su un treno, in Germania. A causa di quest’ultima caduta si è danneggiato i due denti anteriori, che dovevano quindi essere sostituiti. In nessuno di questi casi è stato visitato da un medico; pare che sia stato il padre a insistere affinché lui si recasse da un dottore.
Il degenerare della malattia ha portato col tempo Hawking a non riuscire a esprimersi. Dopotutto, il decorso della malattia è stato per lui molto lento, al punto da fargli perdere l’uso completo della parola dopo circa vent’anni. In La Teoria del Tutto si vede che Jane è costretta a tradurre i suoi pensieri con gli estranei dal momento che il suo modo di esprimersi è a tratti confuso. Questa trasposizione corrisponde alla verità dal momento che, a detta dell’attore Eddie Redmayne, i produttori hanno effettivamente deciso di aggiungere quelle scene nel film dopo che l’attore, parlando col famoso fisico, apprese questo dettaglio. Pare fu lui a suggerire alla moglie l’uso dei traduttori. Negli anni ’80 la sua famiglia e gli studenti riuscivano a comprendere quanto diceva, mentre altri non riuscivano a capirlo se non prima di aver trascorso con lui almeno due o tre settimane.
Ma arriviamo al fulcro romantico e coraggioso de La Teoria del Tutto: il matrimonio tra Stephen e Jane.
Nel film la decisione avviene dopo la scoperta della sclerosi laterale amiotrofica. Jane non si lascia intimorire dalla depressione nella quale era caduto il fidanzato né da chi cercava di farle perdere l’idea di una vita felice insieme, nonostante tutto. I due si sposarono ed ebbero tre figli, come si vede anche nel film, Robert (1967), Lucy (1970) e Tim (1979).
Ma, se nel film sembra che i due rimangano a Cambridge, nella realtà ciò non avvenne, poiché i coniugi Hawking passarono in effetti un anno in California, intorno al 1974, quando Stephen ebbe la cattedra presso il California Institute of Technology di Pasadena. In quest’occasione Jane propose a uno dei suoi studenti di vivere insieme a loro in modo da poterle dare una mano, una consuetudine che avrebbero seguito a lungo, dal momento che lo scienziato non voleva chiedere assistenza esterna. Nel 1975 tornarono a Cambridge; in quest’anno il Nostro strinse una bella amicizia col lettore Don Page, grazie al cui aiuto Jane riuscì anche a realizzarsi professionalmente, completando la tesi di laurea.
Nel film La Teoria del Tutto gli aiuti esterni vengono esplicati attraverso la figura di Jonathan Hellyer Jones, un ragazzo che insegna il pianoforte ai bambini e aiuta Jane a prendersi cura del marito. Il suo ingresso nella vita familiare conduce i genitori del fisico ad accusare Jane di aver tradito Stephen. Per quanto il racconto sembra romanzato, è dannatamente reale. La stessa Jane, nel libro da lei scritto, racconta di aver incontrato lo sguardo d’acciaio della suocera e di esserci rimasta di stucco davanti alle sue conclusione affrettate e spietate. La donna racconta di essersi sentita calpestata nei sentimenti, in quella sua voglia di mantenere intatti i loro sentimenti, nonostante la crudeltà della vita. Se ricordate bene, i parenti di lui accusano Jane credendo che il piccolo Timothy non sia figlio di Stephen.
È anche vero, in ogni caso, che tra Jane e Jonathan c’era molta attrazione, rimasta però sempre platonica: il loro credo religioso gli avrebbe impedito di commettere adulterio. Stephen, dal canto suo, non poté che sentirsi umiliano della vicinanza tra i due (come riporta nel suo libro di memorie, A Brief History), motivo per cui si trasferì insieme alla sua infermiera, Elaine. Tornando al credo religioso, tale argomento è ricorrente nel film e mette in contrapposizione Jane e Stephan, i quali sembrano rispettare l’uno le opinioni dell’altra. Secondo Jane, l’ateismo di Stephen si è intensificato nel corso degli anni.
La Teoria del Tutto: Stephen Hawking tra famiglia e fama
Se nel film la colpa del deterioramento della coppia viene affibbiata alla condizione fisica del protagonista, nella vita reale contribuì molto, almeno secondo Jane Hawking, la fama del marito, specialmente dopo la pubblicazione del libro A Brief History of Time (1988), che lo portò a comportarsi come “un onnipotente imperatore”.
Come accennato nel paragrafo precedente, Stephen, dopo il divorzio con Jane (nel 1995) sposò l’infermiera Elaine Mason (per poi divorziare nel 2006). Il fisico aveva lasciato la prima moglie nel 1990; Jane dal canto suo si sposò nel 1997 col già citato Jonathan.
Nel corso del suo secondo matrimonio si sospettò che Hawking fosse maltrattato da chi si occupava di lui, ma le indagini furono archiviate. Dopo il divorzio da Elaine, Stephen Hawking riallacciò i rapporti più stabilmente non solo con Jane ma anche con i propri figli e nipoti.