Napoli Velata dove è stato girato? Itinerario nelle location del film
Dove è stato girato Napoli Velata? Scopri qui le location del film diretto da Ferzan Ozpetek con Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi e segui il nostro itinerario per perderti tra i meandri della città di Pulcinella, in un viaggio fatto di leggende, arte e sapori
Ci sono città che sono modi d’essere, per le quali occorrerebbe avere occhi in ogni parte del corpo per vederle a 360 gradi e sensi astuti, sviluppati come quelli degli animali, per annusare e avvertire ogni microscopica sfumatura. Napoli è una di queste città, modellata secondo i più strazianti canoni di bellezza, in un carnevale di maschere e modi di dire, una miscellanea di miti e religioni, di usanze arcaiche e affascinanti. La Napoli Velata di Ferzan Ozpetek (qui la recensione e qui la spiegazione) è femmina come tutte le città e come tale sa cullare i suoi figli nel ventre di vie e bellezze monumentali, sa consigliarli nelle notti insonni con la stessa sincerità di una sorella e come un’amante sa donarsi in tutta la sua carnalità, farsi attraversare fin dentro le viscere da ignoti conosciuti affinché godano di un attimo di magia.
La Napoli borghese è la protagonista indiscussa dell’ultimo film di Ozpetek; velata come una sposa in procinto di incontrare il suo amato, nasconde tra i vicoli e dentro i palazzi grumi di incondizionata bellezza. Vedendo il film non è difficile desiderare di farne parte, di essere anche l’ultimo mattone incrostato posto alle pendici di un palazzo pur di essere dentro lei, come il tassello essenziale di un’opera d’arte. Ci siamo chiesti qual è la città partenopea che appare sul grande schermo, dove si trovano quei musei, quelle opere, quei vicoli? Dove si muovono i personaggi? Per rispondere a questa curiosità abbiamo provveduto a stilare un itinerario nelle location del film, senza tralasciare i sapori!
La prima tappa del nostro viaggio tra le location di Napoli Velata inizia dalla casa di Adele (Anna Bonaiuto).
La marmorea e candida rampa di scale che si vede all’inizio del film (e che potete vedere anche nel trailer) è quella di Palazzo Mannajuolo, nel quartiere Chiaia. La macchina da presa la intrappola nella pellicola in modo da esaltarne la sua circolarità orbitale; essa ci introietta come un occhio dentro un modo di guardare il mondo, più che dentro una storia.
La visione che segue immediatamente dopo è decisamente più ricca d’arte e lascia trasparire il forte estetismo che caratterizza l’intero film. Ferzan Ozpetek ci mostra la messa in scena della Figliata dei Femminielli – il rito pagano del parto maschile – all’interno di una casa museo nella quale la compagnia di attori si amalgamerà immediatamente dopo con gli ospiti. La dimora è letteralmente tempestata di opere d’arte e trasuda uno stile borghese e d’altri tempi; vi sono arazzi, specchi, mobili d’epoca, poltrone in broccato e all’interno sembra esserci anche una piccola cappella privata.
Curiosità: Palazzo Pandola è stato anche il set di Matrimonio all’Italiana, fungendo da abitazione dei protagonisti interpretati da Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Questa stessa location è stata usata da Roberto Rossellini e Vittorio De Sica che ivi ambientarono due capolavori del cinema nostrano: Viaggio in Italia e L’oro di Napoli. Si tratterebbe in tal caso del tardobarocco Palazzo Pandola, posto al civico 33 di Piazza del Gesù e un tempo parte integrante di Palazzo Pignatelli di Monteleone. Agli inizi del 1800 il palazzo subì delle modifiche che lo resero architettonicamente più incline al neoclassicismo.
In Napoli Velata molte azioni si svolgono al suo interno, dalle rappresentazioni teatrali ai convivi familiari e anche la scena del litigio tra i genitori di Adriana (Giovanna Mezzogiorno) che, posta nella parte finale del thriller ozpetekiano, ne esplica l’incipit. Ad ammettere l’uso di questa dimora è stato lo stesso regista italo-turco, che però non ha svelato dettagli circa eventuali scene girate in altri spazi.
Seconda tappa del nostro itinerario tra i luoghi in cui è stato girato il film Napoli Velata è la Piazza del Gesù.
Subito dopo lo scambio di sguardi Adriana (Mezzogiorno) e Andrea (Alessandro Borghi) escono insieme per appartarsi e passeggiano in Piazza del Gesù, illuminata dai pochi lampioni accesi e immersa nell’oscurità della sera. Questa location viene ripresa più volte nel corso del film e da prospettive diverse che ci mostrano anche una delle celebri vie napoletane, ovvero Via Benedetto Croce, dalla quale si arriva alla suddetta piazza in cui è allocata la chiesa monumentale del Gesù Nuovo, esempio di architettura della Scuola Napoletana, caratterizzata da bugne incise sul piperno che si estendono su tutta la superficie della struttura. Inoltre, ad acuire il mistero di cui è imbevuta la pellicola di Ferzan Ozpetek, provvede un delizioso dettaglio: sulla facciata sono state incise alcune lettere dell’alfabeto aramaico corrispondenti a note musicali, cosicché il bugnato corrisponde a un pentagramma. La melodia per strumenti a plettro è stata intitolata dagli studiosi Enigma e pare avesse lo scopo di attirare forze positive, anche se secondo alcuni è un linguaggio criptolalico dei tagliapietre.
Curiosità: Dal 1995 sull’obelisco è posta una targa Unesco che spiega il motivo per cui il centro storico di Napoli è patrimonio dell’Umanità.
Di fronte alla chiesa del Gesù Nuovo si trova l’obelisco dell’Immacolata, che si vede bene nel film. Risalente al XVIII secolo, è caratterizzato nella guglia da una statua in rame dell’Immacolata, mentre il resto è adornato da sculture raffiguranti alcuni santi e quattro episodi del Vangelo legati alla Madonna. Tra questi, però, c’è chi sostiene che vi siano anche alcune immagini blasfeme legate alla raffigurazione della morte, visibili in alcune ore del giorno e che indicherebbero l’esistenza a Napoli del culto della Santa Morte, una divinità messicana di origini pre-colombiane.
Alla sinistra della Chiesa del Gesù Nuovo si trova invece il monastero di Santa Chiara che, anche se non è presente nel film, vi consigliamo vivamente di visitare.
La casa di Adriana e il Museo Archeologico: le suggestive location di Napoli Velata
Seguendo la trama del film il passo successivo ci conduce a casa di Adriana, che il regista ha preso in prestito da una sua cara amica, riarredandola a suo piacimento. Un particolare della casa della protagonista è di certo rappresentato dal giardino, che sembra espandersi a vista d’occhio e nel quale alle volte si nasconde “il suo fantasma”. Il punto forte è però di certo il Museo Archeologico nel quale Andrea dà appuntamento ad Adriana, dicendole di farsi trovare alle 18.00 alla stanza segreta. La scena in cui la donna passeggia tra le sculture è una delle più romantiche, soprattutto perché alla visione dei nudi si intercalano i suoi pensieri sul corpo dell’amante.
Le collezioni custodite all’interno del museo partenopeo, uno dei più importanti in tutto il mondo per qualità e antichità delle opere, comprendono anche epigrafi, ritratti, gemme e sculture e iniziarono a essere ivi convogliate grazie a Carlo III di Borbone che, salito al trono del Regno di Napoli dal 1734, promosse l’esplorazione delle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. trasferendo altresì alcune collezioni ereditate dalla madre Elisabetta Farnese. Nello specifico della Stanza Segreta, di cui si fa menzione in Napoli Velata, essa occupa le sale 62 e 65 del piano di mezzo del Museo Archeologico e tale denominazione deriva dalla natura dei reperti che si possono ammirare inerenti opere a sfondo erotico e sessuale di cui il gruppo marmoreo con Pan e capra rinvenuto nella Villa dei Papiri di Ercolano è il più famoso.
La Farmacia degli Incurabili è la quarta tappa del nostro itinerario nelle location in cui è stato girato Napoli Velata
Poco distante dal suddetto museo si trova la Farmacia degli Incurabili, nella quale Adriana si reca per incontrare Pasquale (Beppe Barra). Qui arte e scienza si incontrano nella massima espressione del barocco rococò. La sala nella quale veniamo catapultati nel film è un’esplosione di maioliche – circa 400 – e scaffali in legno dagli intagli dorati, col pavimento in maiolica e la tela del Bardellino che decora il soffitto, rappresentante Macaone che cura Menelao ferito (1750). In questa stessa stanza, che è poi quella che ci è concesso vedere meglio in Napoli Velata, è esposto l’Utero Velato: un grande utero verginale che domina l’intera sala, sezionato come per un taglio cesareo longitudinale. Nell’illustrare i tesori di questa cripta dorata Pasquale parla del diavolo intento a mettere lo zampino nel miracolo della creazione, ma purtroppo non ci è dato sapere il resto, rimane dunque la curiosità di recarsi in loco, sperando di trovare un cicerone poetico e bravo quanto quello interpretato da Barra.
Sempre nel film si vede la scalinata nella quale siedono Giovanna Mezzogiorno e Beppe Barra: è l’ingresso della farmacia.
Prima di passare alla tappa successiva è d’obbligo sottolineare che la Farmacia degli Incurabili fa parte, insieme alla chiesa di Santa Maria del Popolo, la chiesa di Santa Maria Succurre Miseris dei Bianchi e allo storico ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, del complesso degli Incurabili. L’ospedale, in particolare, è il più antico del mondo ed è ancora in attività nonostante i numerosi problemi legati alla sanità campana. Esso fu costruito tra il 1520 e il 1522 per volontà della nobildonna catalana Maria Longo la quale, rimasta a lungo paralizzata, tenne fede al suo voto di realizzare una casa di cura per i malati di sifilide (rifiutati altrove). Qualche anno più tardi divenne monaca di clausura fondando un ordine formato inizialmente perlopiù da ex prostitute: l’ordine delle trentatré (33 come gli anni di Cristo e come il numero di persone che poteva ospitare il convento).
La Galleria Principe fa da sfondo ai Bottari e fa incontrare i personaggi di Napoli Velata
Una delle scene più coinvolgenti e ritmate di Napoli Velata è quella che si svolge presso la Galleria Principe, situata tra l’Accademia delle belle arti ed il Museo archeologico nazionale. Edificata tra gli anni ’70 e ’80 del XIX secolo, è un incantevole scrigno di cemento e vetro che trova nel marmo l’equilibrio di colori perfetto. Qui i personaggi del film si incontrano per assistere alle esercitazioni dei bottari, che dominano la scena anche nel momento in cui la macchina da presa non si sofferma sulle loro movenze. In questo modo Ozpetek concilia l’utilità del luogo d’incontro alla tradizione campana contadina che, servendosi di botti, tini e falci, produceva suoni da processione per scacciare via gli spiriti maligni, annidati negli angoli oscuri delle cantine.
La scena della Sibilla di Napoli Velata è stata girata presso l’ex Convento di Napoli
La Napoli che circonda i personaggi in attesa di parlare con la medium e saperne di più sul fantasma che tormenta Adriana è una Napoli fatta di vecchi palazzi abbandonati; la città non valorizzata e lasciata al collasso su se stessa, ma oltre il cui sudiciume si intravede ancora una patina di strabiliante bellezza: una vita passata che resiste al tempo.
Il cortile in cui si consuma l’attesa e poi la stanza in cui l’enorme donna si trova sono ricavati dall’ex Convento napoletano, in via San Nicola al Nilo (vicino alla nota Via dei Presepi alias Via San Gregorio Armeno), incastonato tra i vicoletti che corrono vicini a Piazza del Gesù.
Uno dei panorami più belli di Napoli Velata lo si scorge da chiostro di San Martino, in cui è stata girata la scena della tombola
Qui si svolge la scena della tombola: uno dei riti più belli della città partenopea attraverso il quale emergono i segreti legati ai numeri e sempre qui la macchina da presa di Ferzan Ozpetek ci lascia ammirare il panorama mozzafiato che si vede, costituito dalle cittadine che albergano sotto il Vesuvio (Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata).
Alcune scene sembrano inoltre riprendere Castel dell’Ovo, uno dei più antichi e leggendari della città di Napoli, il cui nome deriverebbe dall’uovo depositato da Virgilio nei sotterranei della fortezza. È situato nel quartiere Chiaia, in cui si trovano altresì nobili palazzi storici come il Partanna e il Calabritto.
La tappa golosa e pittoresca di Napoli Velata: il Mercato di Porta Nolana
Nella città partenopea, così colorata e viva, i mercati sono un filo conduttore comune a molte altre città italiane. Si pensi solo ai mercati rionali che popolano la Capitale o alla famosa Vucciria di Palermo. Il Mercato di Porta Nolana è solo uno dei tanti all’interno dei quali ci si può imbattere in prelibatezze made in Naples che dalla pizza alle verdure ai fritti di pesce, concede ai viandanti una fetta di folkloristico piacere. L’ingresso del mercato è l’antica Porta Nolana, inglobata tra due torri di piperno risalenti al 1400.
Vicino al mercato vi sono anche alcune stazioni della metropolitana che la pellicola di Ozpetek lascia intravedere e che costituiscono delle vere e proprie gallerie d’arte, come le stazioni Garibaldi, Toledo, Municipio e Università, che si trovano sulla Linea 1. Nella stazione Toledo si trova l’opera di Oliviero Toscani che fa da sfondo ad Alessandro Borghi.
La location che segna l’apice di Napoli Velata: la Cappella in cui si trova il Cristo Velato
Ultima tappa, ma solo perché la storia lo esige, è quella riguardante la Cappella di San Severo, in cui è custodito il Cristo Velato, una delle opere più suggestive del mondo, scolpita nel 1753 da Giuseppe Sanmartino. Il velo, anziché occultare la sofferenza di Gesù, la mette in mostra grazie al movimento della stoffa scolpita con impeccabile sapienza; nelle morbidezze della coltre si radunano il tormento e la misericordia della crocifissione.
La statua, che è posta in una delle scene conclusive di Napoli Velata, è posizionata nella navata centrale della chiesa sconsacrata di San Severo.
Gli altri luoghi attraversati da Ferzan Ozpetek per la realizzazione di Napoli Velata
Napoli è un set a cielo aperto e il regista italo-turco non ha fatto a meno di metterlo in mostra sottolineandone l’eterna bellezza. Oltre ai luoghi citati hanno fatto da set o ispirato la creazione di Napoli Velata anche la Certosa di San Martino situata nel quartiere Vomero affianco a Castel Sant’Elmo; i favolosi giardini pensili e Piazza San Domenico Maggiore (vicina alla già citata Piazza del Gesù Nuovo) e la celebre Spaccanapoli (che divide la città in due parti).
Cosa mangiare a Napoli?
Chiedersi cosa mangiare a Napoli è un po’ come domandarsi cosa vedere. La città è un’infiorata di bellezze artistiche e culinarie e di certo chi si reca in questo luogo baciato dal sole viene attratto innanzitutto da quel disco di pasta lievitata che in Italia e nel mondo si chiama pizza e che affonda le sue radici proprio nella città di Pulcinella. Inutile spiegarvi che la pizza napoletana non ha nulla a che vedere con le altre, tant’è che di recente è stata riconosciuta come patrimonio Unesco. Il nostro Ozpetek l’ha mangiata presso la pizzeria di Gino Sorbillo, una delle più rinomate tra gli intenditori!
Curiosità: La tradizione vuole che la pizza margherita sia stata ideata nel 1889 dal cuoco Raffaele Esposito in onore della regina Margherita di Savoia, ma le sue origini sono di certo più antiche!
Altre cose da mangiare assolutamente a Napoli sono la sfogliatella (riccia e frolla), il babà, il casatiello, i primi e i secondi di pesce. E ovviamente non fatevi mai mancare il caffè, da bere solo in compagnia!