The Americans – Stagione 6: recensione del pilot
La visione del pilot della sesta stagione di The Americans, in onda dal 4 giugno 2018 su Fox con 10 nuovi episodi, promette un finale aperto verso nuove avventure, magari in forma diversa e con altri protagonisti.
Dal 4 giugno torna su Fox The Americans, con una sesta stagione che si preannuncia coerente con quanto finora narrato e che, soprattutto, segna la fine di questa serie ideata da Joe Weisberg e ispirata dall’operazione della CIA chiamata Operation Ghost Stories, che ha portato all’individuazione, tra gli altri, di una coppia nata in terra americana ma al servizio del governo sovietico.
I protagonisti infatti, Elizabeth e Phillip Jennings, sono una coppia di spie russe, nati negli Stati Uniti d’America e infiltrati alla perfezione nella società civile in piena Guerra Fredda; la loro vita di famiglia scorre tranquilla insieme ai due figli, Paige e Henry, salvo essere solo una delle tante maschere che i due sono costretti a portare per sopravvivere. La vita autentica è lo spazio che i due adulti si ritagliano all’interno delle quattro mura domestiche, ma al di fuori di esse ci sono mille e mille ruoli che devono assumere per portare a termine le missioni, sempre più pericolose, che vengono loro assegnate dal Cremlino. Tutto sembra avere un equilibrio, instabile ma costante, almeno fino a quando Paige viene messa a conoscenza della realtà dei fatti.
Dopo averci fatto detestare questa figlia nel corso delle scorse stagioni, nella quinta abbiamo assistito a una sorta di redenzione dell’adolescente, con l’inizio del suo addestramento da spia. Tutto questo, anche alla luce dell’incipit della sesta stagione, lascia presagire una conclusione della serie volta a dare maggior spazio alle difficoltà interiori dei genitori di casa Jennings, la cui relazione era apparsa fino a questo momento granitica fino all’inverosimile, nonostante tutte le diverse declinazioni delle loro personalità messe in scena.
The Americans 6: la trama della serie tv Fox ci porta a vedere diversamente l’adolescente Paige
Questa ultima tornata di 10 episodi si apre con la rappresentazione di questa separazione, almeno a livello di intenti, con Elizabeth che persegue i suoi obiettivi da sola, almeno fino al momento del rientro a casa, dove trova Philip ad attenderla dopo aver passato le sue giornate in un lavoro totalmente allineato alla spinta tecnologica tipica della ricerca scientifica di quel periodo storico. The Americans ha infatti anche il pregio di aver accompagnato gli spettatori in una sorta di viaggio nel tempo, attraversando diverse ere storiche e, di fatto, diversi atteggiamenti politici nei confronti di possibili ingerenze di servizi segreti stranieri.
The Americans è coerente a se stessa dal primo episodio della prima stagione fino al finale della storia
La serie ha registrato un costante calo degli ascolti a partire dalla prima stagione, in parte fisiologico in parte probabilmente dovuto a lungaggini di sceneggiatura, che vedono una costante ripetizione di situazioni sempre simili a se stesse: amici di famiglia che si avvicinano alla coppia per poi scoprire che sono acerrimi nemici a livello lavorativo, omicidi che arrivano a un passo dalla risoluzione di una delicata operazione, crescenti ansie personali che finiscono con il mettere in crisi i protagonisti salvo poi arrendersi alla necessità di agire in nome di un bene comune. Proprio su quest’ultimo punto pare mettere l’accento la sesta stagione, in cui le dinamiche della coppia saranno messe alla prova da una complicazione delle distanze ideologiche dei due, mentre continua l’addestramento (fisico, psicologico e sociale) di Paige che si delinea come la principale via per dare seguito al percorso spionistico intrapreso dai genitori e che potrebbe dare sicurezza di continuità anche ai superiori dei signori Jennings.
The Americans promette di lasciare le scene con un finale aperto verso nuove avventure, magari in forma diversa e con altri protagonisti al centro dello schermo, ma continua comunque a mantenere un atteggiamento e un linguaggio coerente con se stessa, creando armonia dal primo episodio della prima stagione fino a quello finale. E non è poco.