Adam Wingard difende la scelta di ambientare Death Note negli USA
Adam Wingard, regista dell'adattamento Netflix dell'anime giapponese Death Note, ha deciso di difendersi su Twitter dalle accuse di whitewashing.
Death Note di Adam Wingard, adattamento del celebre anime giapponese per il piccolo schermo, ha suscitato polemiche fin da subito. Come molti altri progetti degli ultimi anni infatti, al film sono state mosse accuse di whitewashing. In questo caso, le accuse derivano dalla scelta di Adam Wingard di ambientare gli episodi in America. Il film avrà come location Seattle invece di Tokyo.
Inoltre, nei panni del protagonista di Death Note di Adam Wingard c’è Nat Wolff, un attore di cui si possono dire molte cose ma non che sia giapponese. Questa serie di cambiamenti adottati dal regista della serie sono stati accolti con molte polemiche, soprattutto il casting. Ora però, il regista del progetto Netflix, ha deciso di difendersi a colpi di tweet.
Death Note di Adam Wingard: “Nessuno ha ancora visto il film (…) perciò, a questo punto, le critiche sono basate su delle supposizioni”
Just clearing up misconceptions.No one has seen the film outside of 2 test screenings.Criticisms at this point are based on assumptions. https://t.co/xI8AWXniOl
— Adam Wingard (@AdamWingard) 6 giugno 2017
There is no conspiracy to remove Japanese culture from Death Note. Its a fresh version of the story set in Seattle. Also see The Departed. https://t.co/ZezHsFSecC
— Adam Wingard (@AdamWingard) 6 giugno 2017
Il regista ha sottolineato il fatto che la sua sarà una versione nuova e “fresca” dell’originale anime giapponese. Ha precisato che non c’è stata in nessun modo la volontà di rimuovere gli elementi della cultura giapponese, semplicemente si tratta di una rielaborazione. A questo punto sono arrivati in soccorso del regista altri utenti che hanno dato manforte alle sue scelte.
La sorte toccata al Death Note di Adam Wingard è capitata a diverse altre serie tv e film. Il caso più celebre tra i più recenti è stato Iron Fist, serie Netflix aspramente criticata per la rimozione degli elementi orientali originali.