Alex Pina su La Casa di Carta: mi hanno costretto a eliminare Berlino
"Questo personaggio non si adatta ai nostri tempi. Dovresti rimuoverlo dalla serie"
Ecco perché Alex Pina è stato costretto a far morire Berlino nella seconda stagione de La Casa di Carta
Ci sono intrighi e segreti dietro le produzioni cinematografiche e seriali che noi umani non possiamo neanche immaginare. Fondamentalmente, quando tutto fila liscio, il pubblico forse non ci fa caso, ma basta un minimo dettaglio, un errore fatto in buona fede, per sottolineare il lavoro di un intero team. È questo il caso della serie Netflix La casa di carta che, nonostante sia stata accolta fin da subito con entusiasmo dal pubblico mondiale, non lesina errori. Quello forse più clamoroso e venuto a galla fin da subito consiste nell’eliminazione di Berlino (Pedro Alonso), uno dei personaggi più carismatici della banda.
Tuttavia, qualcuno deve pur prendersi la briga di fare delle scelte e sì, chi fa alle volte commette errori, ma anche tante cose positive! Tornando a La Casa di Carta, per cui è stato anche realizzato un documentario che svela i retroscena della serie, il creatore Alex Pina ha dichiarato di aver ricevuto pressioni affinché eliminasse il personaggio di Berlino, uno dei più essenziali e importanti della banda, al punto che torna attraverso dei flashback anche nelle stagione successive alla seconda (in cui ha perso gloriosamente la vita).
La Casa di Carta: perché Nairobi e Berlino sono il cuore della banda
“Volevano che eliminassi un personaggio essenziale, uno di quelli che è diventato il più carismatico dell’intera serie. Tanto che, nonostante sia morto nella seconda stagione, ha continuato a essere il protagonista di quasi tutti i flashback delle due stagioni successive” – ha detto Alex Pina, il quale ha continuato a spiegare: “Qualcuno mi ha detto: ‘Questo personaggio non si adatta ai nostri tempi. Dovresti rimuoverlo dalla serie‘. Gli ho detto che non avevo intenzione di farlo. È un misogino, un narcisista e uno psicopatico in molti modi diversi. Ma possiamo avere un personaggio del genere nella serie e il pubblico deciderà liberamente da che parte stare, giusto? […] Il pubblico vuole che le cose accadano e non c’è niente di meglio di un cattivo con cui puoi entrare in empatia”.