Cucumber, Banana, Tofu: il caso crossmediale inglese.
La tematica queer nel cinema si sta facendo finalmente sentire con molto più spessore, ma la serie televisiva non vuole essere da meno. Pioniere delle tematiche lgbt è proprio Russell T. Davis (sceneggiatore di Doctor Who), che quest’anno ha fatto parlare nuovamente di sé con lo “strano” caso di Cucumber, Banana, Tofu; un unico pacchetto dalla stessa tematica, ovvero il rapporto sentimentali e sessuali soprattutto nella comunità lgbt, ma che si dirama in tre format differenti.
Nel 1999 Russel T. Davis ideò la prima grande serie a tematica queer, ovviamente parliamo di Queer as Folk.
Queer as Folk narra la vita, di tre uomini omosessuali, trascorsa a Canal Street, il quartiere gay di Manchester. La grandezza di Queer as Folk non si deve solo al suo ideatore, ma soprattutto alla Showtime che seppe intuire il potenziale della serie e ne fece un fortunato remake americano nel 2000, rinnovato per ben cinque stagioni. La versione americana, infatti, si estende ad un gruppo maggiore di persone di Pittsburg, intrecciando trame differenti che finiscono quasi sempre a toccare il punto nevralgico della storia, ovvero il suo protagonista: Brian Kinney (reso ancora più accattivante e seducente dall’americano Gale Harold). Queer as Folk è stata la prima serie ad occuparsi non solo della comunità lgbt, documentando in modo realistico la loro vita, ma occupandosi anche di altri problemi come la sieropositività, le discriminazione e le battaglie ai diritti.
Dopo QaF di serie a tematiche lgbt ce ne sono state diverse, passando dalla centralizzazione del tema omosessuale fino ad arrivare a tematiche differenti con all’interno personaggi omosessuali integrati, e non, con la società (Glee, Shameless, Modern Family, How to get away with Murder, etc.). Eppure fin’ora mai nessuno aveva deciso di parlare focalizzandosi su personaggi non più belli, affascinanti e giovani, se non il recentissimo Vicious. Il cliché classico della crisi di mezza età lo conosciamo tutti, ed ovviamente a ciò non scappa nessuno. Inoltre, con l’avanzare dell’età, non è solo il sesso a cambiare, ma sono anche le relazioni ed il modo di concepire l’amore.
Ed è proprio da questo che nasce Cucumber, Banana, Tofu. Tre format differenti, trasmessi su tre canali (di cui uno digitale) differenti, legati però dalla tessa tematica: le relazioni. Relazioni intese nella loro interpretazione più viscerale, ovvero quella legata soprattutto al sesso. Una tripla serie queer rivolta ad un target più esteso e dalla fruibilità versatile e multimediale.
“Una volta lessi uno studio scientifico sull’erezione maschile. Hanno diviso la fase dell’eccitazione in quattro categorie, dal morbido al duro. Uno, tofu. Due, banana sbucciata. Tre, banana. E quattro, cetriolo. E all’improvviso ho pensato di avere il mio show.”
Queste le parole del creatore Davis per spiegare la nascita del suo progetto. Sono le stesse parole pronunciate dal protagonista Henry Best (Vincent Franklin), uomo di mezza età omosessuale, che aprono il primo episodio di Cucumber, trasmesso per la prima volta il 22 gennaio 2015 alle 21 su Channel 4 (Black Mirror, Utopia).
Una sfilata di doppi sensi, che si palesano in modo visivo attraverso gli occhi di Henry mentre fa la spesa. Un po’ come se si volesse dire che al supermercato possiamo scegliere gli ortaggi migliori. Il vero punto cruciale nella vita di Henry, e in quella dei suoi amici coetanei, è sicuramente l’età. Se sei una banana sbucciata è difficile che tu possa avere una chance con un cetriolo. E il “cetriolo” del desiderio di Henry viene personificato dal bellissimo Freddie Baxter (Freddie Fox), giovane e cinico biondino assolutamente coscienzioso della sua bellezza e del suo potenziale.
Freddie sarà ciò che darà una vera e propria scossa alla vita di Henry, da sempre trattenuta nella propria comfort zone, senza affrontare le proprie paure, che da sempre compromettono sia la sfera sessuale che quella sentimentale. Ciò va a discapito soprattutto della relazione di nove anni col compagno Lance (Cyril Nri), arrivando al punto di rifiutare la sua proposta di matrimonio, ritrovandosi a condividere un appartamento proprio con Freddie ed il ragazzo delle consegne dell’ufficio di Henry, Dean (Fisayo Akinade).
Da questo momento in poi una serie di twist narrativi, l’arrivo di nuovi personaggi, la maggior parte legati al passato di Freddie, ed il trovarsi ad affrontare per la prima volta di petto la vita, porteranno Henry a smettere di guardarsi allo specchio ma a guardarsi dentro. A capirsi ed a farsi capire, senza il compatimento. E questo percorso verrà successivamente riflesso anche su Freddie. Generazioni a confronto che, però, si ritrovano ad affrontare le stesse complicate situazioni, bruciandosi ma apprendendo per il futuro.
Cucumber è una vera e propria carrellata di differenti tipi di personaggi in otto episodi da circa cinquanta minuti. Ricco di sfumature e colpi di scena assolutamente inaspettati. Ironico, frizzante e mai banale o volgare. Il corpo nudo viene si, mostrato, e a volte strumentalizzato, ma le scene di sesso sono contante e mai di troppo. Il sesso è intenso come una componente che, in realtà, ostacola una relazione sentimentale. Oltre al sesso c’è di più, ed i personaggi sono proprio chiamati a scoprirlo mettendo in gioco le loro emozioni più pure.
Cucumber, Banana, Tofu, sono un prodotto pensato davvero per tutti a prescindere dal proprio orientamento sessuale. A differenza di Queer as Folk, dove sicuramente la sfera sessuale e personale del personaggio aveva più importanza, ma ci si concentrava inoltre su delle situazioni più estreme per la comunità omosessuale degli inizi del duemila, Cucumber è molto più versatile e non fa sentire escluso nessuno, dal momento che ci troviamo in una contemporaneità dove, per fortuna, si sta incominciando a non discriminare più in base all’orientamento sessuale di un individuo. Il centro è sempre Henry ed intorno a lui si sviluppano le storie di sua sorella Cleo, il compagno Lance, Freddie, Dean, accompagnati da alcuni personaggi di passaggio che verranno poi approfonditi in Banana.
Banana, che segue Cucumber alle 22 su 4E (canale sempre di Channel 4 famoso per serie come Skins e Mistfits), prende otto coppie differenti, ad ognuna delle quali viene dedicato un episodio di venti minuti. Alcuni dei personaggi principali di Cucumber ritornano, ma solo per un breve momento di passaggio. È un intrecciarsi di trame diverse ma parallele, tutte legate alla stessa realtà, tutte conviventi all’interno di Manchester. Piccole storie d’amore dalle sfumature differenti, riguardanti in particolar modo i personaggi più giovani; infatti, Banana affronta sempre, attraverso le relazioni, varie problematiche legate alla sfera sessuale e sentimentale. Non è solo il mondo gay o lesbo ad essere preso in considerazione. C’è la sfera legata al transessualismo; alla famiglia etero ed a quella omosessuale; all’adolescenza ed al sesso vissuto in modo differente; ai canoni estetici a cui si è relegati. Un calderone di problematiche attuali.
Ultimo, ma non meno interessante, è Tofu: web series trasmessa alle 22.30 – subito dopo Banana – su 4oD (canale ondemand di Channel 4) dove vengono intervistati, sugli stessi temi affrontati dagli episodi precedenti di Cucumber e Banana, i protagonisti della serie, personalità influenti del mondo dello spettacolo e del porno, nonché persone comuni. Un’analisi approfondita in chiave documentaristica in stile pasoliniano. Ciò che Davis tenta di fare, infondo, è proprio mettere a confronto, sia per quanto riguarda l’orientamento sessuale che per quanto riguarda la fascia d’età, più persone proprio su quegli elementi che ci vedono tutti uguali alle prese con le stesse difficoltà: il sesso e le relazioni. Per ora non si parla ancora di una seconda stagione. La prima non è troppo autoconclusiva, e spunti per ricamarci ancora un po’ sopra ce ne sono. Non dispiace, però, nemmeno lasciare le cose così come stanno. La particolarità di questo triplo prodotto sta proprio nella sua innovativa essenzialità. Se ancora non lo avete fatto, ed avete voglia di una serie rinfrescante e non troppo impegnativa ma comunque sia appagante, ed anche di mettervi un po’ a confronto, io vi consiglio di armarvi di computer e dedicarvi a questo colorato threesome televisivo. Vi assicuro che potrà diventare il vostro guilty pleasure dell’estate!