Doctor Foster vs From Darkness: due donne a confronto
Quando si cercano di esaminare due personaggi che in apparenza non hanno nulla in comune, si rischia di non centrare l’obiettivo prefissato e trascendere in un breve saggio quanto meno inutile. Tanto più se gli oggetti di discussione sono due protagoniste femminili estremamente caratterizzate.
Cercheremo quindi di evitare l’utilizzo di stereotipi ridondanti come quello della donna forte che esprime tutto e niente e ci concentreremo su un’analisi individuale, ma che mira anche a trovare punti in comune.
Doctor Foster v From Darkness: due donne a confronto
Doctor Foster e From Darkness sono due miniserie inglesi andate in onda su BBC One negli ultimi due mesi.
La prima racconta la storia di Gemma Foster, moglie, madre e medico apprezzato. Scoperto il tradimento del marito, Gemma, dopo un’iniziale momento di smarrimento ed indecisione, decide di preparare la sua fredda vendetta al fine di distruggere, non solo moralmente ed economicamente, il coniuge che da due anni porta avanti una seconda reazione.
From Darkness, invece, vede protagonista Claire Church, ex poliziotta, che aveva lasciato il suo lavoro perché un caso irrisolto e tensioni con il compagno e collega di allora l’avevano costretta a cambiare aria. Il ritrovamento di un cadavere e la riapertura di vecchie ferite riportano Claire a Londra e la rimettono di fronte al caso e alle persone che si era lasciata alle spalle.
Gemma Foster, interpretata da Suranne Jones, è l’emblema della donna che sa come indossare una maschera. Donna socievole e spigliata, scopre il tradimento del coniuge, interpretato da Bertie Carvel, dapprima inconsciamente (il capello biondo sulla sciarpa di lui) poi palesemente dopo che prove schiaccianti le vengono messe davanti agli occhi. Che fare quindi in un momento del genere? Tutte le certezze di Gemma vengono minate e rischiano di crollare da un momento all’altro. Dopo un confronto fallimentare col marito, che nega ad oltranza una liaison con un’altra donna, la pazienza e il buon cuore, da madre e moglie, di Gemma lasciano pian piano spazio alla strategia di una fredda e cruda vendetta. L’obiettivo della donna è quello di mettere alle strette il marito in pubblico pur di vederlo cadere. Eppure c’è qualcosa che mette in discussione la perfetta freddezza di una donna del genere. Ed infatti, scopriamo che Gemma è tutt’altro che forte: ciò che anima il suo fuoco di vendetta altri non è che la paura di perdere quello che ha. I sintomi di una depressione e di un esaurimento nervoso, che si fa sempre più spazio nella sua testa, la rendono meno lucida e quindi sempre più spoglia di quella corazza protettiva. È la presa di coscienza in extremis che la tira fuori da vortice infinito pregno di vittimismi, ipocrisia e rancore. Sarà la nascita di una donna nuova, oppure la scoperta della più autentica Gemma: una nuova e piena consapevolezza di sé.
Ciò che lega Gemma Foster a Claire Church, protagonista di From Dakness interpretata da Anne Marie-Duff – che molti conosceranno come la compagna di vita dell’attore James McAvoy e che presto vedremo al Cinema in Suffragette assieme a Meryl Streep ed Helena Bonham-Carter – è la conflittualità che le lega alle loro controparti: Gemma contro l’amante di suo marito, il coniuge stesso, e le donne che credeva sue amiche; Claire contro la vittima/carnefice del suo passato nonché anche con la sua Superiore. I contrasti messi in scena sono lo specchio di un mondo dominato dal pensiero femminile, che più del sesso opposto è caratterizzato da mille sfaccettature quindi decisamente più complicate da classificare e descrivere. L’alchimia e gli scontri che si vengono a creare sono fonte di forte impatto emotivo perchè giocano sul cuore delle protagoniste che vengono messe a nudo.
Claire Church, che aveva deciso di fuggire dall’incubo, è costretta, un po’ per senso di colpa, un po’ per curiosità, un po’ orgoglio, a tornare sul vecchio caso che le aveva stravolto la vita. Claire, che da anni vive col nuovo compagno e la figlia di lui, è chiamata anche a fronteggiare l’ex collega e compagno. La storia finita male, si scopre, ha radici ben più profonde che affondano in una maternità mancata.
Anche da questo punto di vista, Claire e Gemma si abbracciano: l’amore materno è uno di quegli elementi che infiammano l’animo di una donna e la portano a compiere atti di grande coraggio.
Ma la protagonista di From Darkness, al contrario della dottoressa Foster, mostra esternamente tutto il suo disagio e chiusura interiore. Come un fantasma, anche lei ha conti da saldare che cerca di tutti i modi di bloccare. L’evento, che rimette in gioco tutto, si trasforma in un’occasione per mettere a posto il puzzle mai completato: chiarire relazioni interrotte malamente, risolvere il caso della vita, scacciare una volta per tutte i demoni del passato. Nel caso di Claire, il finale è emblematico. Il suo gesto estremo nei confronti della donna che in passato aveva promesso di aiutare, ma che era stata lasciata indietro è quantomeno illuminante quanto messo in dubbio: è un gesto compiuto solo per amore, o come estremo culmine emotivo impossibile da controllare? Si tratta di uno sfogo annunciato e quindi un atto conseguito dopo un’eccessiva esasperazione protrattasi nel tempo?
In conclusione ci si trova di fronte a due donne tanto diverse quanto simili: entrambe sono guidate dai loro sentimenti e nel bene e nel male, nel loro modo differente di approcciarsi ad essi, compiono azioni che non sempre le portano sulla retta via. Una presa di coscienza che proviene dall’interno o eventi traumatizzanti fanno sì che queste donne diano una scossa alle loro vite.
From Darkness e Doctor Foster, non sono solo due ritratti femminili, ma anche due miniserie di genere qualitativamente alte: la prima, dallo stampo di thriller-psicologico misto a giallo poliziesco si contrappone alla seconda, dramma familiare dalle tinte ironicamente noir. Quest’ultima è stata riconfermata per una seconda (e curiosa) stagione. Le consigliamo entrambe, non solo per l’eccelsa caratterizzazione delle due protagoniste, ma anche per l’obiettiva qualità televisiva. D’altronde, sono inglesi.