House of the Dragon: i Targaryen sono davvero resistenti al fuoco e alle fiamme?
L'ultimo episodio di House of the Dragon ha sollevato una domanda: ma i Targaryen non sono resistenti al fuoco?
Il sesto episodio di House of the Dragon si è concluso in maniera decisamente… infuocata. Laena Velaryon (Nanna Blondell) si è tolta la vita per mezzo del fuoco del drago., chiedendo al suo drago Vaghar di bruciarla viva. Una fine decisamente tragica e straziante che ci ha lasciato con un groppo alla gola. Dopo un travaglio difficile Laena non è riuscita a dare alla luce il suo terzo figlio. Il tragico “scherzo del destino” risale alla brutale morte della regina Aemma, vista nel primo episodio della serie. Posto di fronte alla stessa scelta di suo fratello Viserys (Paddy Considine), Daemon (Matt Smith) ha scelto di non lasciar morire sua moglie per salvare il bambino, quindi Laena ha preso l’unica decisione che credeva di avere: pronunciare “Dracarys” e morire immersa nel fuoco del drago. La devastante morte della donna solleva una domanda: i Targaryen non dovrebbero essere ignifughi?
Laena porta il cognome da nubile Velaryon, mentre la livrea dei Targaryen l’ha acquisita grazie al matrimonio, ma il sangue del drago risiede geneticamente anche in lei. Sua madre è infatti Rhaenys Targaryen (Eve Best), cugina di re Viserys Targaryen. Tuttavia, Laena ordina al suo drago di avvolgerla nelle fiamme sapendo che l’atto porterà alla sua morte, il che significa che sapeva di non essere immune alle sue fiamme. Allora, da dove è nata l’idea che i Targaryen sono resistenti al fuoco?
I Targaryen sono davvero resistenti al fuoco e alle fiamme? I dubbi sorti dopo l’episodio 6 di House of the Dragon
La serie HBO e Sky Il Trono di Spade ha fatto un ottimo lavoro nel radicare negli spettatori l’idea che i Targaryen siano per forza di cose resistenti al fuoco. La “colpa” è tutta di Daenerys (Emilia Clarke). Dal momento in cui si è immersa dentro una vasca di acqua bollente senza battere ciglio, i fan hanno capito che c’era qualcosa di speciale in lei. A differenza di suo fratello, Viserys, morto quando Khal Drogo (Jason Momoa) gli ha versato oro fuso sulla testa. In quel momento Daenerys pronuncia queste parole: “Non era un vero drago. Il fuoco non può uccidere un drago”. Proprio qui è nato il mito della resistenza al fuoco dei Targaryen. Lo dice in maniera molto semplice, il fuoco non può uccidere un drago, cosa che dimostra anche nell’episodio intitolato Fire and Blood, quando Daenerys entra con tutta la sicurezza del mondo dentro una pira infuocata dove sta bruciando il corpo della maga che ritiene responsabile della morte di suo marito e di suo figlio. Ore dopo se ne esce totalmente illesa e con tre draghi appena nati.
Più avanti nella serie sono altre le occasioni in cui Daenerys Targaryen affronta le fiamme dell’inferno e ne esce incolume. Eppure la povera Laena è morta in modo piuttosto rapido (sull’indolore non ne siamo poi così sicuri). Questa incoerenza la ritroviamo anche quando Jon Snow (un Targaryen di sangue) salva il comandante dei Guardiani della Notte Jeor Mormont (James Cosmo) da un Estraneo. Durante la scontro Jon (Kit Harington) si rende conto che le armi dell’uomo non possono competere con i non morti, quindi prende una lanterna e brucia il rivale. Tuttavia, quando il fuoco lo tocca, urla di dolore, ergo, nemmeno Jon è ignifugo. Ma si tratta di un’incoerenza tra le opere? Stando alle parole di Daenerys, suo fratello è morto perché “non era un vero drago” e quindi è stato bruciato vivo, ma lei, che condivide la stessa discendenza, non ha mai ceduto alle fiamme. Jon, però, non poteva sopportare il caldo. Questo ci porta a credere che solo alcuni Targaryen possiedano il talento di essere ignifughi.
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George RR Martin, creatore dei romanzi fantasy su cui sono basate le due serie, ha una visione diversa della questione. Secondo lo scrittore la sua intenzione non è mai stata quella di rendere i Targaryen ignifughi. Come ha detto a Men’s Health: “I Targaryen non sono immuni al fuoco! La nascita dei draghi di Dany è stata unica, magica, meravigliosa, un miracolo. Si chiama Colei che non brucia perché è entrata tra le fiamme ed è sopravvissuta. Ma suo fratello di certo non era immune a quell’oro fuso”. Tuttavia, nonostante le intenzioni originali di Martin, l’idea che i Targaryen siano resistenti alle fiamme si è ben radicata dentro l’immaginario de Il Trono di Spade, deviando dal materiale originale. Pare ormai chiaro che solo Daenerys è ignifuga e può resistere a temperature elevatissime.
Dei tre personaggi Targaryen de Il Trono di Spade (ovvero Daenerys, Jon e Viserys), Daenerys è l’unica ad avere questo dono speciale. E anche per i personaggi di House of the Dragon vale la stessa regola. Daemon non è immune alle fiamme. Dopo la battaglia delle Stepstones ha ancora del tessuto cicatriziale sul collo, risultato di una ferita provocata da una freccia infuocata. Per non parlare del fatto che il corpo del povero bambino Baelon è stato incenerito dal fuoco. Di tutti i Targaryen che abbiamo incontrato in entrambe le serie, finora nessuno ha questo gene unico, fatta eccezione per Daenerys.
È possibile che ci siamo lasciati trasportare dall’emozione quando ci siamo resi conto che Daenerys era ignifuga e abbiamo attribuito questa qualità a tutti i Targaryen? Potrebbe essere che l’unica intenzione de Il Trono di Spade fosse quella di implicare che Daenerys, un “vero drago”, fosse l’unica degna di questo potere? Ciò aggiunge maggiore peso al fatto che la serie la stava configurando per essere “il principe che era stato promesso”, la figura messianica destinata a unire Westeros sotto lo stesso regno. Ma sappiamo tutti come è andata a finire.