Gomorra è violenta? La risposta di Marco D’Amore fa esplodere la polemica
Il commento dell'attore è stato preso di mira da Roberto Recchioni.
La risposta di Marco D’Amore a una domanda riguardante l’influenza di Gomorra sui giovani ha scatenato una feroce polemica sui social
In occasione dell’arrivo in televisione della quinta e ultima stagione di Gomorra, Marco D’Amore ha rilasciato una breve intervista al quotidiano QN. In questa occasione, è stato chiesto all’attore quale fosse il suo pensiero rispetto alla cattiva influenza sui giovani che si ritiene lo show potrebbe avere e, nella sua risposta, l’attore ha dichiarato: “Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quando basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi: videogiochi che raccontano solo di futuri distopici in cui devono ammazzare, sventrare e violentare, e si esaltano di questo. Altro è parlare di fascinazione narrativa. Io sono cresciuto idolatrando i miti della letteratura efferata ma non è che sono diventato un omicida, perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale“.
Il commento di Marco D’Amore, che sembra voler puntare il dito verso il media del videogioco, non è passato inosservato e, in particolare, è arrivato all’attenzione del grande pubblico dopo che Roberto Recchioni ha scelto di riportarlo sul proprio profilo Facebook. Nella didascalia al post, il noto fumettista ha scritto: “È ridicolo dare la colpa a film e serie televisive per la violenza dei giovani. Lo sappiamo tutti che è colpa dei videogiochi. Marco D’Amore, classe 1981“.
Non si è fatta attendere la risposta dell’interprete che, sempre tramite Facebook, ha replicato al sarcastico commento di Recchioni. Nella sua nota D’Amore ha specificato come il suo commento non volesse essere accusatorio nei confronti dei videogiochi, ma fosse invece finalizzato a ribadire il fatto che: “ogni tipo di esperienza narrativa contribuisce solo ad esorcizzare certi atti efferati e a prenderne le distanze!“. A scanso di equivoci, prosegue specificando che: “per narrazione intendo quella televisiva, cinematografica oltre che quella scritta ed ovviamente quella virtuale!” Poi, rivolgendosi direttamente a Recchioni conclude asserendo: “Voglio dire a chi usa lo strumento della comunicazione per dire senza sapere, per giudicare senza approfondire e per accusare senza studiare che io sono grato alla mia età che mi ha insegnato esattamente il contrario“.
Per quanto ci riguarda, eravamo presenti alla conferenza di presentazione di Gomorra 5, all’interno della quale si è certamente parlato anche di questo. Riportiamo di seguito, oltre ai post social citati in precedenza, un estratto dell’incontro stampa, mentre qui potete leggere il resto.
“Mi aspettavo critiche più intelligenti. Il discorso sull’emulazione è davvero immorale. Cosa diversa è la riflessione sulla fascinazione narrativa che si prova davanti a un certo tipo di personaggi. Ho sempre trovato questi appunti poco fondati e basati su uno studio approssimativo delle cose e dei fatti. Napoli non è solo quello che si vede nella serie, è un caleidoscopio. In fondo, prese di posizione di questo genere riflettono la tendenza di un paese che fatica a fare i conti con la sua storia”.