Serie animate politicamente scorrette: dalle origini a oggi

Sono irriverenti, scomode e, soprattutto, politicamente scorrete, ma le amiamo tutti. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente delle serie animate per “adulti”.

Chi lo ha detto che i cartoni animati sono solo principesse, eroi e canzoni strappalacrime? Mettiamo da parte il moralismo e affrontiamo la realtà proprio attraverso l’animazione. In fondo, chi meglio delle serie animate può rappresentare i vizi, i difetti e l’ipocrisia dell’essere umano?

Serie animate politicamente scorrette: le più irriverenti

La cosa non dovrebbe sorprendere neanche per un po’; infatti, l’animazione non nasce con il caro e vecchio Walter Disney, ma molto tempo prima proprio con quelli che potrebbero essere benissimo definiti cartoni animati “politicamente scorretti”. Un esempio? Betty Boop e Braccio di Ferro vi dicono nulla? Negli anni ’20 sono stati tra le prime forme di intrattenimento animato, opera dei fratelli Fleischer. Di certo, non possiamo definirli come un lampante esempio di educazione nei confronti del pubblico più giovane. Basti anche solo pensare ai fotogrammi, brevi ma significativi, in cui Betty appariva del tutto nuda. Sono proprio quei piccoli fotogrammi ad aver reso il personaggio una vera e propria diva, simbolo di sensualità e impudichi pensieri. La rivediamo, proprio in questa sua natura erotica, in uno dei classici della cinematografia moderna, Chi ha incastrato Roger Rabit? (1988) di Robert Zemeckis.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Vent’anni dopo, l’animazione venne pensata proprio per un pubblico fatto per lo più di adulti, con contenuti che non si risparmiavano linguaggi scurrili e violenza gratuita. Tutto veniva disegnato e animato ai fini della risata. Con l’avvento di Disney le carte in tavola sono cambiate, e le serie animate hanno iniziato a rappresentare chiavi di morale e messaggi per far comprendere meglio, in chiave fantasiosa, la differenza tra giusto e sbagliato ai bambini.  Disney ha imposto al mondo il suo modello di cartone animato, fanciullesco ma moralista, e la televisione ha optato per l’imitazione, seguendo a ruota il modello disneyano, puntando sul sicuro onde evitare grossi scivoloni.

È proprio Zemeckis che torna a far girare un po’ le cose alla vecchia maniera, riportando sul grande schermo lo spirito ironico e beffardo dei cartoni animati. Zemeckis con Chi ha incastrato Roger Rabit? costruisce un film misto, sporcando i personaggi dei cartoni animati con gli stessi difetti e limiti degli esseri umani. Mette a confronto il mondo animato e il mondo reale a tal punto da rendere impossibile la distinzione dei due confini. E quest’onda verrà finalmente cavalcata dalla televisione, medium che meglio sfrutterà il cartone animato come strumento di critica e denuncia nei confronti della realtà.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Ad aprire le porte a questo cambiamento è la famiglia americana più gialla e amata di sempre, I Simpson di Matt Groening, lo stesso creatore del più recente Futurama. Arrivati alla loro ventisettesima stagione, I Simpson sono una delle serie animate simbolo internazionale della satira americana che non risparmia colpi per nessuno, portando avanti da sempre tematiche che spaziano dalla politica all’abuso di droga e alcool, dalla religione al razzismo, dagli abusi domestici alla distinzione tra classi sociali.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Dai Simpson in poi la strada è tutta in discesa. Tematiche sempre più spigolose, satira e ironia sono le protagoniste di ogni storia. Mondi quasi sempre molto marci, patinati, strettamente legati al reale e spesso portando sullo schermo la versione caricaturale di personaggi realmente esistenti dal mondo di Hollywood a quello della politica internazionale e nazionale. Le serie animate diventano delle vere e proprie stagioni cult, basti pensare ai volgarissimi – ma irresistibili – adolescenti Beavis & Butt-head (1993 – 1997) di Mike Judge che hanno colorato il palinsesto musicale di MTV o al loro spin-off sulla cinica Daria (1997-2001); gli irrefrenabili esagerati bambini “cresciuti troppo in fretta” di South Park, la serie creata da Matt Stone e Trey Parker, arrivata alla sua diciannovesima stagione e ormai divenuti un franchising a livello dei Simpson; il già citato Futurama che arriva col sopraggiungere dei 2000 e vuole essere una scoppiettante miscela di parodie e citazioni al mondo del cinema e della letteratura fantascientifica.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Nel 1999 inizia la scia delle famiglie, tutte ispirate sulla falsa riga dei Simpson, dai Griffin ad American Dad, fino al più recente spin-off dei Griffin, The Cleveland Show; tutte dalla mente di Seth MacFarlane.
Posto nella “famiglia” di Fox lo trova anche  Bob’s Burger di Loren Buchard, serie incentrata sulla famiglia Belcher e la gestione del loro fast food. In tutti questi casi la famiglia svolge il compito di simbolo da costruire e decostruire, specchio della società moderna, concentrando, per ogni caso, aspetti paradossali del mondo attuale. Anche in queste serie le tematiche più ridondati come la politica, differenze razziali e sessuali, la volgarità, il finto perbenismo, sono l’oggetto principale di ogni episodio.

Bob's Burgers

Tra i nuovi acquisti degli ultimi anni tra Netflix, Fox e Cartoon Network, troviamo alcune serie animate politicamente scorrette fuori dall’ordinario. Paradossali e fantastiche, dove il fattore fantasia prendere ancora di più il sopravvento, giocando però sempre dalla parte della satira e della critica sociale. Serie animate che hanno come comune denominatore quello di unire il mondo dell’ordinario a quello dello straordinario, facendo satira – chi meno e chi più ferocemente – con uno stile e diverso per ogni format. Bojack Horseman e Brickleberry sono sicuramente due capisaldi di questa categoria, al limite tra l’underground e il politicamente scorretto. Il primo – di cui abbiamo parlato approfonditamente qualche settimana fa -, creato Ralphael Bob-Waksberg e disegnato dalla fumettista Lisa Hanawalt, rappresenta una vera e propria cartolina di satira sull’hollywood attuale. Senza peli sulla lingua, irriverente e drammaticamente divertente, BoJack mescola il mondo umano a quello animale, coinvolgendo personalità note all’interno del mondo dello spettacolo.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Brickleberry usa la stessa tecnica di mix del primo, mescolando mondo umano a quello animale. E infatti, protagonista è un bizzarro e goffo gruppo di ranger del fantomatico Parco di Brickleberry con un orsetto dall’aria minacciosa e dalla lingua più che volgare. Trasmesso per la prima volta nel 2012 su Fox, Brickleberry è un mix tra umorismo e trip. Un prodotto, come Bojack Horseman, molto simile alla serialità live action, composto da poche stagioni che tirano, per sommi capi, una certa orizzontalità da un episodio all’altro. Tra grottesco e comicità, questa serie animata vi darà poca tregua, ma soprattutto vi “costringerà” ad un binge watching irreversibile.

brickleberry

Tra le serie più giovani, nata nel 2013 da Justin Roiland e Dan Harmon, abbiamo Rick and Morty. Qui il grottesco e la pazzia, al limite del trip degno di un film di Boyle, regnano da padroni. Segue un po’ la scia di Adventure Time, ma andando a giocare su canoni molto più simili a quelli della vita reale. Gli episodi girano attorno alle strampalate avventure dello scienziato alcolizzato Rick e del suo influenzabile nipote Morty. La struttura stilistica dei personaggi e i loro nomi già fanno capire quale sia la base da cui sono partiti Roiland e Harmon. Rick and Morty è, infatti, la chiara parodia di Ritorno al Futuro, nata per la prima volta proprio in chiave di cortometraggio per partecipare ad un festival sul web. La serie ha riscosso un successo talmente grande dalla critica, che all’inizio della prima stagione si era già pronti a rinnovare per la seconda, fino ad arrivare alla terza stagione, ancora inedita.

Serie Animate Politicamente Scorrette

Concludiamo con una serie animata politicamente scorretta non di stampo americano ma che non si allontana troppo da quel mondo: A tutto reality. Andato in onda per la prima volta nel 2007, ha subito conquistato il pubblico per i suoi episodi e personaggi mirati a colpire e deridere il mondo dei talent e reality show. Situazioni sempre al limite della realtà; ipocrisia, razzismo, egoismo, alcuni degli ingredienti, in salsa comica, che rendono questa serie di Cartoon Network una vera bomba a orologeria. La serie è pensata come un continuo rimando e caricatura ai reality show e celebrazioni televisive più importanti, come gli Oscar.

Serie Animate Politicamente Scorrette

La prima stagione si basa sulla falsa riga del celebre Survivor, e infatti si chiama proprio l’isola. A questa seguono altre cinque stagioni più uno spin-off. Dalla prima alla quinta i personaggi sono sempre gli stessi, i concorrenti della prima edizione che si ritrovano messi in gioco in un altro talent o in tour promozionale o in lizza per un premio. Cambia tutto alla sesta stagione, con un rinnovo totale del cast, eccezion fatta per il presentatore Chris. Il divertimento non manca di certo, e sicuramente venti minuti di questo show sono molto più avvincenti del solito format che la tv ama tanto “somministrare” ai suoi spettatori.