Stranger Things, David Harbour rivela: “non voglio essere Hopper per tutta la vita”
Lo show ha profondamente contribuito a portare avanti la carriera dell'attore, anche se è giusto che l'artista voglia effettivamente cambiare pagina.
Stranger Things è una delle serie televisive più apprezzate degli ultimi anni: stiamo parlando di un vero e proprio cult del piccolo schermo, che, alla stregua di Game of Thrones, continua a tenere incollati allo schermo milioni di spettatori dimostrando effettivamente che più che essere un’opera televisiva è un vero e proprio evento incredibilmente affascinante. La realizzazione, ad ora, sta andando avanti ed effettivamente non manca così tanto all’arrivo della Stagione 5 che sappiamo bene scombinare totalmente gli animi in attesa di possibili spin-off ed espansioni collaterali della serie. Ebbene, tra i personaggi più interessanti dello show c’è sicuramente lo Sceriffo Jim Hopper (che ha il volto di David Harbour) che, nel corso di questi anni, ha avuto un’evoluzione davvero spiccata e notevole all’interno della realizzazione.
Stranger Things si concluderà con la quinta stagione
Nonostante anche lo stesso Harbour sia profondamente legato a questo personaggio di Stranger Things, in una recente intervista per Insider, ha spiegato che assolutamente non vuole che la gente lo associ interamente a Hopper visto che vuole totalmente sperimentare dal punto di vista attoriale. Di seguito trovate in particolare le sue dichiarazioni in merito alla questione.
“Penso a George Clooney che lascia ER. Ora lo vediamo solo come George Clooney, ma c’è stato un tempo in cui era, Il ragazzo di ER sta facendo un film con Nicole Kidman, Sto cercando di navigare in parte, ed è complicato perché non vuoi cagare sulle persone che ti amano per questa cosa che hai fatto e che ami anche tu. Ma allo stesso tempo, in un certo senso vuoi lasciare il nido. Ho più dentro di me. Ho cose diverse dentro di me, e voglio che ve ne accorgiate. Non voglio che la gente gridi Hopper per strada ogni cinque minuti per il resto della mia vita”.
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