Supergirl 1×20: recensione finale

Per la maggior parte delle persone, Kara Danvers è solo l’assistente di Cat Grant alla CatCo Worldwide Media, ma in gran segreto lavora nei panni di Supergirl per il D.E.O. insieme a sua sorella adottiva Alex per proteggere National City dalle minacce aliene. Questo è l’incipit della serie tv Supergirl, basata sull’eroina DC Comics creata nel lontano 1959. La cugina di Superman è stata più volte portata sul piccolo e grande schermo, fino all’ultima versione, questa più recente, ideata da Greg Berlanti, già mente, tra gli altri, di Arrow e The Flash (con cui Supergirl ha già condiviso un crossover televisivo).

Un season finale sottotono per Supergirl

Nel season finale, Better Angels, la nostra eroina deve vedersela con due nemici, Non e Indigo, che hanno attivato il potere mentale di Myriad, un dispositivo che ha soggiogato tutti gli abitanti di National City, compresi Superman e Alex, contro la quale Supergirl è costretta a confrontarsi. L’episodio riparte proprio da qui, con le due sorelle che si scontrano. Solo le parole della madre riescono a far tornare Alex in sé, mentre Supergirl decide di partecipare al piano di Maxwell Lord, proiettando un messaggio di speranza a tutti gli abitanti della città, riuscendo così a spezzare il controllo mentale di Myriad. Ora bisogna affrontare Non e Indigo. La Ragazza d’Acciaio si incontra con il D.E.O. e confessa a J’onn di aver paura di morire durante lo scontro con i suoi due più grandi nemici. Per questo, in una commovente sequenza, Kara lascia una specie di lettera d’addio alle persone a cui tiene di più: Winn, Cat e James. Così Supergirl e J’onn affrontano Non e Indigo, sconfiggendoli. La cosa più difficile da fare ora sarà allontanare Fort Rozz, il segnale d’origine di Myriad, dalla Terra. Supergirl si spinge nello spazio e lì lascia l’astronave, e viene recuperata subito dopo da Alex, salvando il mondo.

Supergirl e J'onn

Supergirl e J’onn

Better Angels è un season finale un po’ sottotono, dove tutto si è risolto fin troppo in fretta, mentre l’intera stagione ha continuato ad avere alti e bassi. Il problema non è stato il cast, ma la sceneggiatura e la storia debole. La Kara Danvers interpretata da Melissa Benoist è tranquilla, onesta, ingenua e una gran lavoratrice e nel corso dei 20 episodi della prima stagione, l’attrice ha conquistato il pubblico per la sua semplicità. Opposta a Kara c’è Calista Flockhart che veste i panni di Cat Grant, presentata come una sorta di Miranda Priestley del giornalismo. Spietata, ma con un gran senso dell’ironia, Cat ha compiuto un enorme percorso in avanti, mostrandosi come il personaggio più riuscito della serie. Da semplice capo di Kara, Cat si è aperta, ha iniziato a stimare la ragazza e ha capito di potersi fidare di lei. Personaggio mal riuscito resta James Olsen, fotografo amico di Superman. La poca chimica con la Benoist è palese sullo schermo, e non è una gran cosa per una coppia che nel fumetto, invece, funziona.

La scena finale del season finale di Supergirl.

La scena finale del season finale di Supergirl.

Portare una supereroina sullo schermo diventa occasione per alzare un inno alle donne. Nella conversazione con J’onn, Kara gli spiega il motivo per cui è diventata Supergirl: “Mia madre non mi ha mandato sulla Terra per innamorarmi e sposarmi. Ma per proteggere Kal-El. E ora userò i miei poteri per proteggere la Terra.” Ci troviamo di fronte a un’eroina moderna, forte e indipendente, che non ha bisogno di un uomo al suo fianco per salvare il mondo. Un concetto del genere era stato già esposto da Joss Whedon vent’anni fa con Buffy. Cosa accadrà ora in Supergirl? La serie non è stata ancora rinnovata dalla CBS e si dovrà attendere maggio per avere una risposta, ma potrebbe essere positiva. Lo show ha trovato il suo fanbase, ha le potenzialità e potrebbe avere ancora molto da far vedere, però bisogna riguardare le storie e dare più focus ai personaggi. Solo così Supergirl potrà continuare a volare nei cieli di National City e combattere i cattivi.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Sonoro - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Emozione - 3.5

3.3