The Crown: recensione del pilot della serie in onda su Netflix
Frank Underwood ci ha svelato gli intrighi di una Casa Bianca più corrotta che mai in The house of cards, Lenny Belardo ci ha appena introdotti tra le mura della dimora papale più irriverente che si possa immaginare in The Young Pope; non contenta, Netflix ha rilasciato proprio oggi 4 novembre i 10 episodi che costituiscono la prima stagione di The Crown: la serie che ci catapulta all’interno di Buckingham Palace narrando la vita della Regina Elisabetta II dal secondo dopoguerra (5 anni prima che succedesse a suo padre Giorgio VI) fino ai giorni nostri.
The Crown: il lato nascosto di Buckingham Palace arriva su Netflix
Confrontandola con le altre due serie menzionate (una targata Netflix, l’altra Sky Atlantic) appare nitida l’entità della sfida di The Crown: ad essere immersi in uno dei luoghi più influenti e controversi della terra, non sono personaggi di fantasia; bensì personalità di spicco (di cui la maggior parte è ancora in vita) protagoniste delle ultime pagine dei nostri libri di storia.
La sceneggiatura di Peter Morgan (L’ultimo Re di Scozia, The Queen – alla sua prima esperienza di scrittura seriale) racchiude con grazia, in poco meno di 60 minuti di pilot, un racconto di quasi cinque anni.
The Crown 1×01: la storia è stata già scritta, quanto riuscirà a sorprenderci?
Dai primi sintomi della malattia di Re Giorgio VI (Jared Harris – Fringe, Sherlock Holmes – Gioco di ombre) al matrimonio tra Elizabeth Alexandra Mary (Claire Foy – protagonista di molti film TV inglesi) e Filippo di Edimburgo (Matt Smith – l’undicesimo Doctor Who) nel 1947; dalla rielezione di Winston Churchill (John Lithgow – Interstellar, Hoy I met your mother) alla carica di primo ministro al Natale del 1951 trascorso in famiglia: i piccoli Carlo e Anna sono entrati nella famiglia reale ed il polmone destro del Re è stato asportato a causa del cancro che da lì a due mesi decreterà la salita al trono della giovane e determinata Elisabetta.
Una splendida caratterizzazione dei personaggi abbinata a una grande minuzia dei particolari e ad una messa in scena mai troppo pomposa canalizzano l’attenzione verso il racconto e i protagonisti di The crown: le somiglianze coi personaggi reali sono stupefacenti; unica eccezione il volto di Re Giorgio.
Quest’ultimo, tra l’altro, sembra godere di un rapporto speciale col pubblico. Si tratta di un uomo molto diverso da quello che abbiamo conosciuto sul grande schermo e che è valso a Colin Firth il Premio Oscar (Il discorso del Re), si trova in un momento della sua vita totalmente differente, le sue paure sono molto più intense ed incombenti; la balbuzie quasi non c’è più, eppure lo tradisce nei momenti di finta tranquillità.
Il candore di Claire Foy pervade il suo personaggio: l’erede al trono è elegante, timida, preoccupata e allo stesso tempo è costretta a nutrire fiducia in se stessa, nelle persone che le sono accanto, in Filippo che sembra non essere ancora entrato perfettamente nei meccanismi della vita di corte e che costituisce il personaggio più vicino ad un villain fino a questo momento, ma che è molto difficile da considerare tale.
I 100 milioni di sterline spesi per The Crown l’hanno resa famosa ancor prima della sua uscita come “La serie Netflix più costosa di sempre”, che sembra un paradosso se affiancato ad un marchio di produzione e distribuzione così giovane ma che è un dato che non può passare inosservato: le altissime aspettative passano anche e soprattutto da lì.
Saranno 6 stagioni (gli attori protagonisti cambieranno dopo la seconda e dopo la quarta), ognuna da 10 episodi da poco meno di 60 minuti per un totale di circa 3600 minuti. Noi abbiamo visto i primi 60 e l’unica cosa che ci ha distolto dal vederla tutta d’un fiato è stato il piacere di raccontarvi quanto valga la pena vedere The Crown.