The Last of Us – Stagione 2: le differenze tra serie e videogioco nell’episodio 3
The Last of Us 2 regala uno dei migliori episodi della serie (cambiando completamente la trama del videogioco)
La seconda stagione di The Last of Us continua a sorprendere ed emozionare, e il terzo episodio si distingue come uno dei migliori dell’intera serie. In un coraggioso scostamento dalla trama originale del videogioco, la serie HBO ha saputo sfruttare al meglio il linguaggio televisivo, regalando momenti di grande profondità emotiva e arricchendo ulteriormente la narrazione.
Da qui in avanti, attenzione: SPOILER!
Fin dal suo esordio a inizio mese, la stagione è stata al centro dell’attenzione: i fan del gioco analizzano ogni scelta creativa, mentre i nuovi spettatori si sono trovati travolti da momenti di trama intensi e inaspettati, incluso il doloroso addio a Joel. La serie non ha esitato a riproporre fedelmente eventi fondamentali del gioco, come la morte di Joel, nonostante la popolarità di Pedro Pascal e le aspettative di un possibile “ritardo” narrativo da parte della produzione.
Come l’episodio 3 di The Last of Us 2 si differenzia dal videogioco

Dopo il trauma della scorsa settimana, il terzo episodio si concentra sulle conseguenze della tragedia, sfruttando la forza del mezzo televisivo per soffermarsi su emozioni e relazioni. Diversamente dal videogioco, dove l’azione incalza e lascia poco spazio alla riflessione, la serie offre un ritratto toccante della devastazione di Jackson, città ancora alle prese con la ricostruzione, ed esplora la condizione psicologica di Ellie, distrutta dal lutto.
Un nuovo personaggio, Gale, il terapeuta di Joel, fa il suo debutto nella serie, offrendo a Ellie uno spazio (che lei inizialmente rifiuta) per affrontare il trauma. La storia si prende il tempo per mostrarci Ellie che piange Joel nella sua casa, la riconciliazione con Dina e il lento emergere della sete di vendetta. Diversamente dal gioco, la serie introduce anche la dinamica di un’assemblea cittadina, in cui Ellie deve convincere gli abitanti di Jackson a unirsi a lei contro i WLF. Dopo un acceso dibattito, con voci favorevoli e contrarie, il consiglio decide di non rischiare un nuovo attacco, lasciando Ellie frustrata e isolata.
La tensione cresce ulteriormente attraverso i dialoghi tra Tommy e Gale, che temono che Ellie stia intraprendendo un percorso autodistruttivo, figlio delle stesse ombre che avevano segnato Joel. Questa introspezione aggiunge strati emotivi complessi che il videogioco, più orientato all’azione, non aveva modo di esplorare così a fondo. Determinata, Ellie fugge da Jackson insieme a Dina, con una breve sosta alla tomba di Joel prima di iniziare il viaggio verso Seattle. Una sequenza silenziosa ma potentissima, che cementa il legame tra le due ragazze e definisce l’inizio di un cammino pieno di dolore e crescita.
The Last of Us dimostra che, quando si allontana dalla riproduzione diretta del videogioco, riesce a brillare ancora di più. Senza tradire la trama originale, l’adattamento televisivo espande e approfondisce la storia, offrendo un’esperienza ricca sia ai fan di lunga data sia a chi si avvicina al mondo di The Last of Us per la prima volta. Questo terzo episodio è una dimostrazione perfetta di come la serie sappia raccontare l’umanità dei suoi personaggi con delicatezza e intensità, senza bisogno di continue scene d’azione spettacolari. Una scelta che la rende, a ogni passo, sempre più una delle migliori trasposizioni videoludiche mai realizzate.
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