The Last of Us 2 sconvolge il mondo: il motivo dietro la controversa decisione della serie HBO
Siamo sicuri che l'episodio 2x02 di The Last of Us sarà molto dibattuto, ma analizziamo perché la decisione presa ha senso. ATTENZIONE AGLI SPOILER!
Se avete appena finito di guardare il secondo episodio della seconda stagione di The Last of Us, è probabile che stiate ancora cercando di riprendervi. Forse state tremando, ancora sotto shock. Complimenti: avete appena vissuto un altro “Red Wedding”, una di quelle esperienze televisive che lasciano il segno, dove l’affetto per i personaggi e la sorpresa si fondono in un colpo al cuore. E, in fondo, è proprio questo l’obiettivo: farci provare emozioni forti.
ATTENZIONE: da qui in poi SPOILER sull’episodio 2×02!

Sì, stiamo parlando della morte di Joel. La serie non solo ci toglie uno dei personaggi più amati, ma anche l’attore che lo interpreta, Pedro Pascal, amatissimo dal pubblico. La sua presenza potrebbe ora limitarsi ad alcuni flashback, ma non sarà più parte attiva della storia. Il senso di smarrimento è più che comprensibile. Ci sarà sicuramente rabbia, possiamo immaginare che non mancheranno i pugni serrati e le discussioni infuocate. Ma la domanda vera è: aveva senso uccidere Joel? La risposta breve: sì. Si potevano prendere altre strade? Forse. Ma questa era già la scelta narrativa fatta da Neil Druckmann nel videogioco The Last of Us Part II. Anche se Craig Mazin aveva lasciato intendere che la serie avrebbe potuto sorprendere con deviazioni o tempistiche diverse, alla fine si è scelto di restare fedeli alla storia originale. Una scelta difficile, ma necessaria, perché è ciò che mette in moto tutto il viaggio di Ellie.
Nel videogioco, la morte di Joel fu accolta da un’ondata di polemiche: molti gridarono allo scandalo, altri promisero di non giocare più, alcuni arrivarono a minacciare l’attrice Laura Bailey, interprete di Abby. Si sollevarono anche critiche ideologiche, con accuse di aver sacrificato un personaggio maschile etero per favorire protagonisti femminili e LGBTQ+. Ma la realtà era molto più semplice. Se si osservano attentamente i primi due episodi della stagione, si nota subito un rallentamento nella narrazione. Joel ed Ellie non hanno una missione. Non stanno cercando nulla. Sono a Jackson, integrati in una comunità, ma senza uno scopo preciso. In effetti, i primi due episodi sembrano più un prologo: uno sguardo sul mondo post-apocalittico e sui suoi equilibri. Ma mancava ancora il motore emotivo. Ed eccolo arrivare.
La morte di Joel dà senso alla stagione. Ellie ora ha un obiettivo. E qui entra in gioco il tema centrale di questa parte della storia: la vendetta, e l’odio che ne deriva. Druckmann lo spiegava già nel 2020, quando il secondo capitolo del videogioco fu rilasciato. Inizialmente aveva pensato a una trama in cui Ellie cercava un altro individuo immune, seguita da Joel. Ma mancava qualcosa. “Mancava quella carica emotiva che aveva reso grande il primo gioco,” raccontò. Così tornò a una verità brutale: l’odio è un sentimento potente e universale, capace di trascinarci in un abisso. Questo odio profondo anima sia Ellie che Abby, i due poli narrativi della stagione. Abby, che non ha esitato a uccidere Joel, cerca vendetta per la morte di suo padre. Ellie, ora, fa lo stesso. Ed è proprio qui che The Last of Us ci mette di fronte a un dilemma morale: in un mondo fatto di sopravvivenza, chi ha davvero ragione? Ogni personaggio agisce per difendere i propri cari, il proprio gruppo. La linea tra giusto e sbagliato è sfocata, e spesso invertita a seconda del punto di vista.
Sì, piangeremo Joel. E sì, Pedro Pascal ci mancherà terribilmente. Ma questa perdita non è fine a sé stessa: è il trampolino che lancia la storia verso nuovi territori narrativi, emotivi e morali. E se c’è una consolazione, è sapere che Ellie è abbastanza forte da reggere tutto questo, e che Bella Ramsey ha il talento per accompagnarci nel viaggio. Siamo feriti, ma continuiamo a camminare. Perché The Last of Us ci ha insegnato che, anche dopo una tragedia, si può ancora andare avanti. E forse, proprio lì, trovare una nuova verità.
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