Twin Peaks: Stagione 2 – Recensione

La seconda stagione della serie televisiva Twin Peaks (I segreti di Twin Peaks) è stata trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti dal 30 settembre 1990 al 10 giugno 1991.
Dopo lo sconvolgente finale della prima stagione, ogni elemento utile all’Agente Speciale Cooper per risolvere il mistero legato all’omicidio di Laura Palmer è stato introdotto: ma cosa si nasconde realmente dietro la facciata della classica provincia americana?

I gufi non sono quello che sembrano

La serie che ha più fatto discutere i fan di Lynch e dell’universo di Twin Peaks è un concentrato di terrore allo stato puro, un viaggio prima spirituale e poi fisico nell’inconscio, nell’incubo e nelle tenebre, un’esperienza che nessuno spettatore dimenticherà e che, negli anni a venire della televisione mondiale, diverrà un punto fermo per le nuove leve.

Twin Peaks: Stagione 2 – Recensione

twin peaks art

Dopo lo sconvolgente finale della prima stagione di Twin Peaks, l’Agente Speciale Cooper è ferito sul pavimento della sua stanza. Ha una visione in cui un gigante gli fornisce tre indizi su cui indagare: “c’è un uomo in un sacco che sorride”, “i gufi non sono quello che sembrano” e “senza medicine lui è perduto”. Un altro indizio che gli fornisce è che “Leo è stato rinchiuso dentro un cavallo affamato”. Cosa vogliono dire questi tre indizi? Cosa si nasconde di tanto misterioso dietro le facciate della cittadina tipica della provincia americana e soprattutto quanto c’è di reale e quanto di ultraterreno nell’omicidio di Laura Palmer?

La seconda stagione di Twin Peaks, serie creata da David Lynch e Mark Frost riparte esattamente da dove la prima stagione ( QUI la nostra recensione) aveva avuto termine, una prima stagione formata solo da 8 episodi, utilizzata per introdurre alcune tematiche che verranno approfondite ed ampliate solo ed esclusivamente in questa seconda stagione.
La serie, girata come un lungo film, esplora concetti ultraterreni, psicologici e metafisici al di fuori della conoscenza dell’epoca, creando un senso di disturbo misto a curiosità nello spettatore: a partire dalle scenografie (create e disegnate appositamente da Lynch stesso), dall’utilizzo delle luci fino all’iconografia presente in ogni episodio e alla funzione di ogni singolo personaggio all’interno della storia.
Come la maggior parte dei fan e degli spettatori sa, però, la seconda stagione trova il suo culmine nello scoprire l’assassino di Laura Palmer già dopo pochi episodi dalla messa in onda, approfondendo però il concetto di ultraterreno e paranormale che nella prima stagione era solo stato introdotto.
Da un lato, la scelta (forzata dalla CBS) di Lynch e Frost è parsa azzeccata, poiché l’omicida passa in secondo piano nel momento in cui vengono introdotti elementi più sinistri e minacciosi che potevano essere ampliati al meglio nella seconda parte della stagione; purtroppo però, salvo in qualche episodio dal chiaro impatto emotivo ed estetico, Twin Peaks crolla vertiginosamente trasformandosi in un crime-drama senza più spina dorsale, che verrà risollevato solo ed esclusivamente verso il finale di stagione.

Twin peaks

Rispetto alla prima stagione, la seconda stagione di Twin Peaks si differenzia anche a livello di simbologie: ad esempio l’utilizzo dei gufi che, come viene ricordato spesso “non sono quello che sembrano”, poiché l’animale in varie tradizioni e già dai tempi antichi viene identificato come simbolo di morte, portatore di morte o addirittura l’angelo della morte in persona ma non solo, il gufo (in particolare in Twin Peaks) oltre che portatore di morte può essere identificato anche come simbolo di ammonimento in base a qualche evento terribile che sta per accadere.
Stessa cosa avviene a livello cromatico: ad esempio le pareti della Loggia Nera e altri elementi riconducibili ad essa sono di colore rosso, il colore del cuore e dell’amore, del dinamismo e della vitalità, della passione e della sensualità, dell’autorità e della fierezza, della forza e della sicurezza, della fiducia nelle proprie forze e capacità; il colore del fuoco, del sangue, degli slanci vitali e dell’azione è un chiaro riferimento alla dualità dei personaggi intrappolati e delle entità che abitano la Loggia.

twin peaks loggia

La seconda stagione di Twin Peaks regge magnificamente fino alla scoperta dell’omicida di Laura ma, purtroppo, perde di stile nei successivi episodi. Le due puntate finali della serie, in compenso, vantano scene inquietanti mai più viste al cinema e in TV, a metà tra l’onirico e il parapsicologico, il finale (aperto) di stagione ci porta a fare il conto alla rovescia verso la neonata serie evento che vedrà la luce nel 2017.

Siete pronti per tornare a Twin Peaks?

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 5
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 5

4.6