C’era una volta Studio Uno: una miniserie su Rai 1 per raccontare il varietà anni ’60
Una miniserie per rivivere la magia del varietà più innovativo e memorabile della Rai degli anni Sessanta, un programma che segnò un’intera epoca portando sotto le luci della ribalta giovani sconosciuti, arriva in prima serata su Rai 1 C’era una volta Studio Uno.
C’era una volta Studio Uno è un film in due puntate che intreccia i sogni e le speranze di tre giovani donne e la storia di un paese in pieno boom economico. Da sfondo lo scintillante mondo dello spettacolo e della televisione.
Roma, 1961. Giulia (Alessandra Mastronardi), 25 anni, è orfana e vive con i suoi zii. Sognatrice ma insicura, si sta per sposare con Andrea, un giovane ingegnere. Rita (Diana Del Bufalo), 23 anni e tutto pepe, figlia di una sartina e un portiere, sogna di diventare una cantante come Mina, il suo mito, ma nasconde un segreto: Luigino, un anno e grandi occhioni nocciola. Elena (Giusy Buscemi) 25 anni, è una splendida ballerina, fidanzata con un ragazzo dell’alta borghesia. Il suo obiettivo non è incontrare qualche stella, ma diventarlo. E la sua bellezza è un’arma capace di aprirle tutte le porte.
Tutte e tre si ritrovano in RAI: Giulia entra nel servizio opinioni, Rita come sarta (nonostante i suoi sogni di gloria) ed Elena come ballerina nel corpo di ballo. Insieme a loro, la RAI aprirà le porte anche a Lorenzo (Domenico Diele), giovane scavezzacollo preso come programmista del nuovo varietà del sabato sera di Antonello Falqui (Edoardo Pesce) e Guido Sacerdote (Simone Gandolfo), che farà girare la testa a Giulia; Renato (Gianmarco Saurino), macchinista, che si innamorerà subito di Rita, e Stefano (Andrea Bosca), direttore del corpo di ballo, con il quale Elena, fin troppo viziata, si dovrà scontrare.
Così, attraverso le vicende sentimentali e lavorative delle ragazze, in particolare di Giulia, tra sogni realizzati ed infranti e al di là degli antagonismi aziendali, assisteremo alla nascita di “Studio Uno” il varietà per eccellenza degli anni ‘60, che consacrò una delle più grandi cantanti del Bel Paese, Mina.
Un percorso di crescita per Giulia, Rita ed Elena, alla scoperta di se stesse, delle proprie risorse e dei propri sogni nell’Italia del “boom economico” e in una RAI che si apriva all’innovazione e di cui Studio Uno è stato l’icona.