Il Commissario Montalbano: il ritorno da record del poliziotto di Vigata
Le molteplici produzioni di fiction poliziesche italiane come Squadra Antimafia, RIS, Non uccidere o l’Ispettore Coliandro, hanno fatto ben capire quanto il pubblico italiano sia affezionato a questo genere cinematografico. Prima che diventasse un fenomeno di tendenza, però, nel 1998 nasceva il Commissario Montalbano, basato sui romanzi del noto scrittore Camilleri.
Il Commissario Montalbano: il ritorno da record del poliziotto di Vigata
Le vicende del Commissario Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, si svolgono a Vigata, un piccolo paesino immaginario della Sicilia, i cui abitanti parlano un dialetto inventato a metà tra l’italiano e il siciliano. All’interno dell’apparentemente tranquilla cittadina, in un commissariato, lavora Salvo, un uomo diviso tra rapporti lavorativi e confidenziali con i suoi colleghi in particolar modo con Mimì e con la fidanzata Livia.
Il segreto del successo di questa fiction, amata da quasi 10 milioni di spettatori, è la semplicità della figura di Montalbano, in grado di coinvolgere gli spettatori attraverso la sua curiosità e il suo stile di vita abitudinario composto da un piccolo mondo perfetto.
Nonostante l’aumento costante del successo, tre anni fa la serie venne interrotta. Lo scorso anno la Rai Fiction propose Il Giovane Montalbano, interpretato da Michele Riondino.
La serie è un tuffo nel passato del commissario siciliano: dai suoi primi sogni alla frastornata relazione con Livia, rappresentato nella solita trama classica caratterizzata da un ritmo eccessivamente sostenuto e un ottimo cast, proprio come in ‘Montalbano Senior’.
Elementi presenti anche in Il Ritorno del Commissario Montalbano, andato in onda il 29 febbraio alle 21:10 su Rai Uno.
Parlare di ritorno per le serie televisive spesso è significativo perché stabilisce una rottura di qualcosa e l’inizio di un’altra, ma non si può parlare di questo per il nuovo commissario Montalbano. Certamente Salvo è cambiato poiché è meno aggressivo e più pacato sopratutto con i suoi colleghi, maggiormente gratificati, ma la ricerca di una famiglia resta. Il rifugiarsi dopo il lavoro nella sua casa, tra le braccia sempre presenti di Livia, designano l’atmosfera provinciale tipica. La stessa Livia (Sonia Bargamasco) nonostante sia più sensuale, ha rimosso il suo carattere indipendente e forte, ora è semplicemente al servizio di un uomo a cui badare e da proteggere.
Neanche lo stile narrativo riesce a movimentare la malinconia che incombe sui personaggi. I casi trattati nei primi episodi sono a sé stanti e privi di azione, pur trattandosi di temi attuali come la pedofilia e prostituzione.
Peccato che le nuove location scelte, le varie inquadrature dal basso verso l’alto e il montaggio ritmico non servino a introdurre novità per una serie italiana quasi storica ma troppo conservatrice.