L’allieva – Quando la semplicità è la carta vincente: recensione della fiction Rai
Si è appena conclusa la prima stagione de L’allieva, nuova fiction andata in onda su Rai 1 nel mese di Ottobre. Adattata dai tre romanzi di Alessia Gazzola – L’allieva, Sindrome da cuore in sospeso e Un segreto non è per sempre – ha portato una ventata d’aria fresca nel panorama seriale italiano. Nonostante non si tratti di un tipico drama all’italiana, questa fiction è riuscita, con la sua semplicità e intelligenza, a far breccia nel cuore degli spettatori. Basti pensare che L’allieva ha vinto la sua ultima serata, lunedì 31 ottobre, con il 21,3% di share e una media di 4.800.000 spettatori. A fronte di questi numeri, è impossibile non pensare alla qualità di un prodotto televisivo nuovo e dinamico.
Protagonista de L’allieva è la specializzanda in Medicina Legale Alice Allevi, interpretata da Alessandra Mastronardi. Divisa sentimentalmente tra il suo capo, il Dr. Claudio Conforti (Lino Guanciale) e il figlio del Supremo, direttore dell’Istituto, Arthur Malcomess (Dario Aita), Alice è costantemente sul filo del rasoio.
L’Alice interpretata dalla Mastronardi è una sognatrice ad occhi aperti. A volte impacciata a volte distratta, è una donna pasticciona, ma brillante, coraggiosa e positiva nonostante le apparenze. È un caleidoscopio di emozioni contrastanti a cui è difficile non affezionarsi. Empatica verso i propri pazienti, Alice è spesso ostacolata da Claudio Conforti. Medico cinico e fin troppo razionale nel proprio lavoro, frena molto spesso l’entusiasmo e la perspicacia deduttiva ed istintiva della sua allieva. Claudio ed Alice sono in constante scontro. L’estremo narcisismo di Conforti barcolla di fronte al ciclone Allevi. La maschera indossata dall’uomo sin dall’inizio, e che lo addita a tipico Casanova, viene pian piano smontata da un sentimento che nasce naturalmente e che fa vacillare la stessa Alice.
La ragazza infatti è legata ad Arthur in un rapporto non convenzionale sempre più messo alla prova dalla distanza fra i due. Arthur è uno spirito libero, romantico e dalle idee molto chiare sul proprio futuro. Anche lui cede immediatamente al fascino di questa ragazza perfettamente imperfetta.
Il trio protagonista ben si bilancia. Alessandra Mastronardi si conferma come una delle migliori interpreti del panorama televisivo italiano.
La sua Alice è tutto fuorché legata a stereotipi di sorta. È una donna che può facilmente essere riconosciuta in tante ragazze. Le sue incertezze, i suoi sbagli, come anche la passione verso il lavoro e le persone care non sono per nulla scontate. Anzi, molto vicine ad una quotidiana ordinarietà. D’altra parte, le interpretazioni di Lino Guanciale e Dario Aita non sono da meno. Entrambi sembrano molto a loro agio nei ruoli assegnati. Il primo racconta l’uomo tutto d’un pezzo che, però, nasconde una sensibilità nascosta. Il secondo è l’emblema dell’uomo romantico, dall’animo vagabondo e libero, sempre in cerca di un equilibrio interiore. Equilibrio interiore che, in questo caso, scuote la bilancia di un rapporto che ha bisogno di stabilità e presenza.
Il triangolo amoroso protagonista de L’Allieva è circondato da altri elementi narrativi che arricchiscono questa fiction.
La componente sentimentale si intreccia continuamente con quella investigativa. Trama verticale – il singolo caso, per intenderci – e trama orizzontale si fondono sapientemente con dinamicità e astuzia. Seppur sia una fiction fondata su base comica e sentimentale, L’Allieva riesce a bilanciare dramma ed ironia in tempi televisivi egregiamente studiati. La sceneggiatura curata da Peter Exacoustos, Cecilia Calvi, Valerio D’Annunzio e Vinicio Canton va in sintonia con la regia attenta ed essenziale di Luca Ribuoli. Una regia volta ed esaltare i personaggi e le singole situazioni dando loro una propria identità. Il regista torna nuovamente ad incuriosire dopo Grand Hotel. Quest’ultima fiction è stata protagonista della scorsa stagione televisiva. Ribuoli ha anche diretto l’imminente serie La mafia uccide solo d’estate, adattata dall’omonimo film di Pif.
Ne L’Allieva anche elementi apparentemente di contorno, come i personaggi secondari, sono importanti nel disegno complessivo dell’intero quadro. Da questo punto di vista, risultano simpatiche e ben sviluppate le relazioni che si legano al personaggio di Alice. E tutti gli attori presenti nel cast raccontano con originalità e bravura ogni singolo personaggio.
C’è l’austera professoressa Wally, interpretata dalla bravissima Giselda Volodi, incubo vivente di Alice Allevi, oppure il comprensivo e gentile Dottor Giorgio Anceschi, interpretato da Francesco Procopio e Ray Lovelock nel ruolo del temibile Supremo. Francesca Agostini, Emmanuele Aita e Martina Stella sono i colleghi della protagonista. Dalle personalità diverse fra loro, interpretano rispettivamente i ruoli di Lara, amichevole e diretta, Paolone, buono e socievole, e Ambra Negri della Valle, prima donna sensuale ed ambiziosa.
Jun Ichikawa interpreta la bizzarra e stravagante Yukino, coinquilina giapponese di Alice. La sua storia con Marco Allevi, fratello della protagonista, interpretato da Pierpaolo Spollon, è un ulteriore elemento narrativo che si amalgama nella storia. Marzia Ubaldi è nonna Amalia. Persona molto importante nella vita di Alice, è una confidente insostituibile. Michele Di Mauro è il Questore Calligaris e Fabrizio Coniglio è il suo braccio destro, l’agente Visone. Chiara Mastalli e Anna Dalton, infine, interpretano rispettivamente la migliore amica di Alice, l’avvocato Silvia, e l’artistica ed eccentrica sorellastra di Arthur, Cordelia.
Una scrittura frizzante ed una regia diligente supportano la recitazione di un cast preparato e portano in scena un prodotto televisivo versatile e di ampio respiro. L’Allieva rappresenta un nuovo esempio di televisione che mostra quanto sia possibile fare commedia ed intrattenimento in modo intelligente e senza pretese.
In attesa di una seconda stagione in fase di lavorazione, è possibile rivedere le 11 puntate de L’Allieva su RaiPlay.