La mafia uccide solo d’estate: con una serie in tv su Rai 1 Pif “prende in giro la mafia”
Il 15 novembre, è stata presentata a Roma La mafia uccide solo d’estate – La serie. Una produzione Rai Fiction, in collaborazione con Wildside, la serie diretta da Luca Ribuoli si ispira all’omonimo film del 2013 di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif). La fiction sarà composta da sei episodi che andranno in onda in prima serata su Rai 1 a partire dal 21 novembre alle 21.25.
La mafia uccide solo d’estate – La serie, come era stato per il film, è raccontata dalla voce narrante di Pif che, dal punto di vista di un bambino palermitano ci spiega le vicende di mafia che hanno caratterizzato la città nel 1979. Al contrario del film – che raccontava l’intera giovinezza del protagonista – la serie si concentrerà su un anno in particolare, aprendo lo spettro dei personaggi: protagonista assoluta è la famiglia Giammarresi.
I Giammarresi sono una famiglia normale composta dal padre Lorenzo (Claudio Gioè), dalla madre Pia (Anna Foglietta), dalla figlia sedicenne Angela (Angela Curri) e dal piccolo Salvatore (Eduardo Buscetta), motore della narrazione. Attorno a loro ruotano altri personaggi: lo zio maneggione Massimo (Francesco Scianna) e la sua bellissima fidanzata Patrizia (Valentina D’Agostino); Alice (Andrea Castellana), la compagna di scuola di cui Salvatore è perdutamente innamorato e Fra Giacinto (Nino Frassica), il losco padre spirituale della famiglia.
La mafia uccide solo d’estate – La serie: “per umanizzare la mafia e chi la combatte”
Alla conferenza, oltre al cast, era presente anche il Presidente del Senato Pietro Grasso, invitato alla proiezione dallo stesso Pif. Grasso ha espresso la sua ammirazione per la serie come aveva fatto per il film descrivendolo come:
“Il miglior film che racconta la mafia che abbia mai visto”.
Sia Grasso che Pif hanno sottolineato l’importanza di creare e far conoscere una serie come questa, che porta la denuncia alla mafia nelle case degli italiani, ma questa non è una denuncia come tutte le altre. Pif ha spiegato:
“Io sono un partigiano. Sono poco obiettivo quando parlo di mafia. Mentre scrivevo il film sognavo di fare una serie per poter sviluppare le cose in modo più approfondito. In più una serie trasmessa in televisione entra nelle case degli italiani: ciò significa che è possibile che arrivi anche nelle case dei mafiosi… Rai 1 si vedrà anche nelle case dei mafiosi. Riuscire a prenderli in giro, smitizzarli – perché la mafia non ha senso dell’umorismo, vuole essere riconosciuta come potente ed è importante umanizzarla – è una vittoria”.
E proprio questo sembra essere lo scopo della serie: umanizzare. Questo vale sia per la mafia, sia per coloro che cercano di combatterla:
“Per noi giustamente, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sono degli eroi, sono dei miti. Quello che non dobbiamo fare è crearci un’alibi per non fare niente. Tutti possiamo essere Paolo Borsellino nella nostra vita, nel nostro piccolo, me lo dico ogni mattina. Lottare contro la mafia è una lotta per la libertà. Ogni gesto d’onestà contribuisce e anche questa serie, è una piccola goccia, ma vale qualcosa.
Raccontare la mafia di ieri serve a capire quella di oggi, che si è evoluta. Noi allora non vivevamo, sopravvivevamo e sono cose che vanno raccontate. È come una seduta dall’analista”.
La mafia uccide solo d’estate – La serie: “un grande romanzo, con lo spirito sovversivo dell’ironia”
Essendo tratta da un film, La mafia uccide solo d’estate – La serie, rischiava di emulare un prodotto già esistente, di ripetere se stessa. L’intento quindi era quello di non raccontare la stessa storia, ma di utilizzare lo stesso punto di vista: quello di un bambino palermitano nel 1979. La televisione avrebbe permesso di affrontare il soggetto più da vicino, più nei particolari, come un “grande romanzo, con lo spirito sovversivo dell’ironia“.
La serie racconta vite diverse, intrecciate nello stesso contesto difficile. Ognuna di esse lo affronta a modo suo. Anna Foglietta è Pia, una maestra precaria che si ritrova a desiderare in tutti i modi di avere una cattedra fissa:
“È una donna e un personaggio molto moderno. Il suo problema è più attuale che mai, tanto che nel nuovo film di Edoardo Leo, Che vuoi che sia, interpreto una maestra precaria. Mi sono ispirata a mia madre e mia nonna, donne del sud, per creare il personaggio. Credo che Pia sia una donna forte, che si lascia tentare dai privilegi della mafia, ma che grazie al marito, resiste”.
Anche Nino Frassica interpreta un personaggio sfaccettato e il comico, lo ha raccontato così:
“È un frate carogna. Io interpreto un ruolo, recito un uomo che recita. Non è quello che appare”
Claudio Gioè interpreta l’onesto e cauto padre di famiglia Lorenzo, che deve vivere e sopravvivere ad una città corrotta e pericolosa:
“È lo sguardo dell’uomo comune. Serve per capire come ci si articola con quelle sfide quotidiane, da uomo comune. Nel periodo che raccontiamo, molti non avevano il coraggio di opporsi, la maggioranza non vedeva nulla e non diceva nulla. Poi, però, quella maggioranza di persone per bene ha avuto il coraggio di trasmettere i valori giusti e corretti ai figli”.